Tranquillo Andreetta

Nato a Vittorio Veneto (Treviso) il 7 marzo 1955. Passista, alto m. 1,82 per kg. 77. Professionista dal 1979 al 1982, con una vittoria. Più che buon dilettante, vincitore di belle prove e nel "giro azzurro", parve da subito uno che era stato scelto fra i professionisti perché sarebbe dovuto diventare un gregario affidabile e completo. Già perché l'Andreetta restava sincronico al suo nome di battesimo in vista di ogni percorso, perché se la cavava davvero, senza eccellere o rendersi evidente, un po' ovunque. Ed allora, in un ciclismo massivo e, per questo, piacevole, i gregari come i capitani dovevano "digerire" di tutto, non erano paladini di specialismo come avviene oggi. Tranquillo Andreetta dunque, per caratteristiche, era uno di quelli che poteva fare bene la spalla perché si poteva adattare ad ogni percorso in quanto non aveva punti deboli, o meglio, poco possibili. E poco importava se non aveva neppure punti forti, da evidenza. In fondo era chiamato ad aiutare, non a catalizzare attenzioni. Fu la Sanson Luxor TV di Francesco Moser a fare queste valutazioni, ed a far passare Tranquillo fra i professionisti nella stagione '79. Nell'anno d'esordio fu schierato dalla Sanson in diverse corse a tappe di una settimana, come il Giro di Romandia e il Tour de l'Aude, ma evidentemente in queste come in altre gare, non fu in grado di soddisfare pienamente il sodalizio. Infatti, a fine stagione, passò alla San Giacomo Benotto. Altri capitani ed un nobilissimo che s'era perso, Freddy Maertens. Andreetta andò meglio. Partecipò alla Vuelta di Spagna, dove dopo un buon andamento nelle singole tappe, dove collezionò quattro piazzamenti nei primi 15, causa l'insorgere di qualche malanno e l'aggiunta di una caduta, fu costretto ad abbandonare durante la Burgos-Santander, decima frazione, anche per non compromettere il non distante Giro d'Italia. E qui, dopo una corsa regolare e di aiuto ai compagni, arrivò alla conclusione di Milano al 59° posto. Nel 1981 passò alla Santini Selle Italia, squadra che gli avrebbe potuto garantire, perlomeno sulla carta, una maggiore libertà di giocarsi le proprie carte. Alla fine fu così solo in parte, perché le richieste ci furono di gregariato ci furono eccome e Tranquillo fu meno brillante di quel che sperava nelle giornate di libertà. A livello singolo il suo miglior piazzamento fu l'ottavo posto al Gran Premio Montelupo e finì il Giro d'Italia '95°. Nel 1982 ancora un trasferimento, stavolta alla Selle Italia Chinol, con Franco Chioccioli, un giovane talentino da seguire e più libertà per sé. Ed infatti, Andreetta vinse il GP Col San Martino. Si ritirò però dal Giro d'Italia e, forse, proprio questo appannamento lo spinse, a soli 27 anni, a fine 1982, a lasciare l'agonismo. Continuò a rimanere vicino al ciclismo anche nel dopo carriera. Suo figlio Simone è stato un buon dilettante.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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