Guido De Rosso: l'altra roccia del Piave

Nel 1964 in terra di Piave si festeggia la medaglia di bronzo nel pugilato pesi massimi alle Olimpiadi di Tokio di Bepi Ros, ed il titolo di campione italiano di ciclismo su strada di Guido Rosso.
Guido De Rosso e Bepi Ros nascono rispettivamente nel 1940 a Farra di Soligo e nel 1942 a Mareno del Piave, due paesi che si affacciano alla sponda trevigiana del fiume, a pochi chilometri di distanza.
Ad unire i due campioni, oltre alla terra d'origine, è la regolarità nelle competizioni sportive.
La regolarità di Ros "la roccia del Piave" che perde solo un incontro per KO in dodici anni di carriera da professionista, disputando sessanta incontri, tra cui una decina con in palio il titolo nazionale o europeo.
La regolarità di De Rosso, l'altra roccia del Piave, capace di ottenere ottimi risultati nelle competizioni a tappe e nelle gare in linea molto veloci, e di laurearsi campione italiano in anno in cui il titolo viene assegnato a punti.
Nel 1964 Guido De Rosso giunge al traguardo di tutte le tre gare valide per Il campionato italiano: primo alla Milano-Vignola del 12 aprile, in buona posizione alla Tre valli varesine del 1 maggio e quarto al Giro dell'Appennino del 6 settembre, aggiudicandosi in tale modo i punti necessari per superare i più diretti concorrenti Franco Cribiori ed Italo Zilioli, ed indossare la maglia tricolore.
De Rosso scopre di essere uno specialista delle corse a tappe a vent'anni, aggiudicandosi nel 1961 due tappe e la classifica generale della prima edizione del Tour de l'Avenir, e trionfando l'anno seguente, da neoprofessionista, al Tour de Romandie, competizione che lo vede protagonista pure nel 1963, con una vittoria di tappa ed il terzo posto in classifica generale.
Anche nei grandi giri ottiene ottimi i piazzamenti: al Giro d'Italia è quarto nel 1963 e terzo nel 1964, a soli 91 secondi dal vincitore Jaques Anquetil; al Tour de France è settimo nel 1965. Nonostante questi brillanti risultati il ciclista veneto non indossa mai la maglia di leader e non conquista vittorie di tappa, pur sfiorando il successo nella terza tappa del Giro del 1964 (secondo dietro Bitossi) e nella tredicesima tappa del Tour del 1967 (terzo dietro al belga Vandenberghe ed all'inglese Simpson).
Non solo competizioni a tappe: De Rosso dimostra di adattarsi molto bene alle gare in linea caratterizzate da alte velocità e lunghe distanze, aggiudicandosi per due anni consecutivi, nel 1964 e nel 1965, sempre per distacco, sia il Trofeo Matteotti che la Milano-Vignola (quest'ultima nel 1965 con una media superiore ai 42 chilometri orari e con 3' e 18'' sul gruppo regolato in volata da Italo Zilioli e Gianno Motta).
Completano il palmares dell'atleta trevisano il Giro del Ticino ed il Giro del Trentino del 1962, la Coppa Placci del 1964, il Giro di Campania ed il Col di San martino del 1966 ed il Giro del Piemonte del 1967.
Tra le grandi classiche è il Giro di Lombardia quello che meglio si adatta alle sue caratteristiche.
Nel Lombardia del 1963 De Rosso, a 3 chilometri dall'arrivo, prende il volo dal gruppetto dei nove fuggitivi, la fuga solitaria lo porta ad entrare per primo sulla pista del Senigallia di Como, ripreso a pochi metri dal traguardo deve accontentarsi del settimo posto, con il medesimo tempo del vincitore, lo sprinter olandese De Roo.
Nel Lombardia del 1967, dopo una lunga serie di attacchi che divorano i 266 chilometri del durissimo percorso all'incredibile media di 38,5 chilometri orari, solo venticinque corridori resistono fino all'arrivo. Tra questi De Rosso, che giunge in coppia con Merckx, e taglia il traguardo settimo a soli 51 secondi dal vincitore Bitossi.
Guido De Rosso si ritira dalle competizioni in giovane età, nel 1969 a soli 28 anni, a differenza dell'altra Roccia del Piave, Bepi Ros, che incrocerà i pugni fino a 36 anni, un'età veneranda per un pugile della categoria pesi massimi.
Articolo inviato da: Angelo Gerosa
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