Dino Bruni

Nato a Portomaggiore (Ferrara) il 13 aprile 1932. Passista veloce, alto m. 1,78 per kg. 78. Professionista dal 1957 al 1964, complessivamente ha ottenuto 29 vittorie. Una gran bella carriera la sua, anche se non c'è il titolo o la classica che sposta l'orizzonte della disamina. Soprattutto una carriera che ha toccato a lungo il meglio del pedale non con l'anonimato, o l'umile ruolo che si lega con superficialità alle spalle o ai gregari, bensì col copione dell'outsider che ogni tanto lascia il segno e che sa annichilire anche i favoriti col fare del campione di razza. Tricolore nel 1950 fra gli allievi, Dino è poi divenuto da subito un dilettante d'evidenza nazionale ed internazionale, per un lustro abbondante. Ha infatti partecipato sia alle Olimpiadi di Helsinki '52 e sia a quelle di Melbourne '56, raccogliendo in Finlandia il 2° posto nella prova a squadre e il 5° nella prova individuale, mentre in Australia finì 4° con la squadra e 28° in linea. In mezzo alle due edizioni dei Giochi vinse il bronzo nella prova iridata su strada di Frascati nel 1955.
Passato professionista nel 1957, pur non arrivando ad ergersi campione a tutto tondo, è stato un forte corridore, che ha saputo costruire, attorno alle sue indubbie qualità di combattente e ruota veloce, il copione più adatto. Non a caso il grosso delle sue vittorie, si è determinato in volata, ed a farne le spese, ogni tanto anche autentici big come Van Looy, Darrigade e Poblet. Notevole pure l'abnegazione di Bruni nel rovesciare la sfortuna. Nel 1958, quando era lanciatissimo, si ruppe quel bacino che, si sa, per uno sportivo è sempre stato motivo di interrogativi circa il pieno recupero agonistico. Tra l'altro, la Bianchi, la sua squadra, convinta non potesse più essere quello di prima, lo licenziò immediatamente, aggravando enormemente il cammino psicologico del suo recupero. Dino però, seppe vincere quella sfida, tornando competitivo e, soprattutto, vincente. Nel suo palmares sono finite diverse classiche in linea, come la Tre Valli Varesine '59, il Giro di Reggio Calabria '61 e la Coppa Sabatini di Peccioli, nel '61 e '63. Ancor più tangibile il suo ruolino vittorioso nelle tappe dei Grandi Giri. A Napoli, nel Giro d'Italia '60, conquistò tappa e maglia rosa (che tenne per un giorno) e nella medesima edizione vinse anche la frazione che si concludeva a Trieste. Ancora migliore il suo palmares nel Tour de France: vinse a Rouen e a St Etienne nel '59 e a Pougues-les-Eaux nel '62. Trionfò poi in tre tappe del Giro del Sud-Est in Spagna nel '58, in una del Tour de la Champagne '60 e una al Tour de Suisse '62. Fra i professionisti fu azzurro ai Mondiali di Zandvoort nel 1959, dove chiuse 31°. A 32 anni, nel 1964, mise il punto alla sua carriera sulla bicicletta, ma non si chiuse lì la sua voglia di sfide sportive. Lo fece con la caccia, dove col suo cane vinse un campionato internazionale e due italiani e l'ha fatto più recentemente ed un lasso lunghissimo in gare di cross e di fondo coi cavalli. Già i suoi amatissimi puledri che custodisce tutt'oggi come dei figli. Un gran personaggio, Dino Bruni da Portomaggiore.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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