Duilio Taddeucci

Nato a Terranova Bracciolini (AR) il 27 aprile 1936. Passista. Professionista dal 1958 al 1960 con una vittoria.
Una figura che passa inosservata nella storia ciclistica, ma in possesso di tutti quei valori che determinavano il ciclista in un forzato della strada in origine, ed in un semiservo ridotto alla sofferenze per antonomasia, poi. Dopo esser stato un buon dilettante, ed alla giusta età, questo corridore aretino, dal fisico compatto e per taluni aspetti gladiatorio, passò professionista sul finire del 1957, giusto in tempo per chiudere 8° il Trofeo Baracchi in coppia con Aurelio Cestari. E nel 1958, in seno all'ambiziosa San Pellegrino, raccolse una bella serie di piazzamenti: 3° nella Coppa Bernocchi, 5° nel Gran Premio Biagioni, 8° nella Coppa Agostoni, 24° nella Tre Valli Varesine e 27° nel Giro di Lombardia. Nel 1959, passò alla Emi, accanto al già mitico scalatore Charly, Gaul, detto l'Angelo della Montagna. Fu un anno importante anche per Taddeucci, che ruppe il ghiaccio, vincendo la tappa, Siracusa-Ragusa, del Giro di Sicilia. Poi si dedicò completamente al lavoro di gregario. E nella stagione successiva, dopo essere tornato in seno alla San Pellegrino, si trovò a recitareal suo primo e unico Giro d'Italia, il ruolo-essenza del gregario, sostenendo, spingendo e assistendo il capitano alla deriva: in questo caso il più grande incompiuto della storia ciclistica italiana, Romeo Venturelli. La tappa in questione era la quinta, che da Pescara terminava a Rieti e Venturelli, che due giorni prima era in Maglia Rosa, era totalmente spossato dal mal di stomaco: a causa delle sue bravate alimentari. L'assistenza di Taddeucci fu commovente, ma fu inutile, perché Romeo abbandonò, e quel prodigarsi portò Duilio a compromettere il suo stesso Giro, nonché il resto di stagione. Poi, a fine stagione, una ulteriore beffa: il grigiore del suo 1960 lo rese disoccupato. Staccò la licenza per altri due anni, ma di fatto la sua carriera finì spingendo ed assistendo, lo scialacquatore formidabile Romeo Venturelli.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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