Fabio Patuelli

Un corridore volenteroso come pochi, che ha ottenuto forse più del massimo delle sue possibilità, anche se qualche vittoria fra i professionisti se la meritava. Ma ai suoi tempi non era ancora nato il calendario inflazionato di oggi, ed i professionisti, a cui lui passò con pieno merito (e pure in ritardo, tra l'altro), erano veramente la crema del movimento mondiale. In altre parole, non c'era il caos di oggi. Fabio esordì al ciclismo nella Sacmi di Imola, sodalizio col quale passò un triennio, dal 1975 al 1977, raccogliendo in quel segmento d'attività giovanile, ben 19 vittorie. Nel 1978, juniores, passò alla Sillaro, vincendo la prestigiosa Coppa Valsenio. I primi tre anni da dilettante li corse con le maglie del Velo Club Bologna, cogliendo 4 vittorie ed una miriade di piazzamenti. Ormai maturo per il professionismo, passò nel 1982 alla Ceramiche Forlivesi, società con la quale passò un biennio e dove vinse cinque corse, a San Leo, a Gambettola, a Spello, ed un paio di gran livello come la Coppa Varignana e la Coppa della Pace, finendo poi 8° al Giro Baby. Nel 1984, quando logica e realismo urlavano il passaggio fra i prof, Patuelli passò un altro anno fra i "puri", all'interno del grande sodalizio toscano della Monsummanese. Con quelle gloriose maglie, vinse la Firenze-Viareggio, la Coppa Mobilio Ponsacco, il GP La Torre, il GP Cementeria Bagnoli e fu azzurro alla Coors Classic negli Stati Uniti. Finalmente, nel 1985 passò fra i professionisti col Team Fanini, ottenendo il 6° posto al Giro del Lazio, il 9° al Giro di Toscana e finì il Giro d'Italia 89°. Nella stagione seguente, Patuelli abbandonò ogni sua velleità e si trasformò in gregario, chiudendo la sua seconda "Corsa Rosa", nella medesima posizione della prima. Nel 1987 continuò il suo lavoro oscuro, ma non prese parte al Giro, mentre nel 1988, trovandosi a fianco di Gibì Baronchelli, non solo si mostrò bravo gregario, ma trovò pure la possibilità di mettersi in mostra al Giro dell'Umbria, chiuso 10° e nello stesso Campionato Italiano, concluso in un rispettabile 24° posto. A fine anno però, il buon Fabio Patuelli, con la chiusura della sponsorizzazione Pepsi Cola verso Fanini, ed i nuovi incerti assetti societari, decise di chiudere col ciclismo agonistico.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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