Francesco Desajmonet

Nato a Rivoli (Torino) il 20 aprile 1943. Passista scalatore, alto m. 1,77 per 71 kg. Professionista dal 1969 al 1970, senza ottenere vittorie.
Per caratteristiche e generosità non un grande vincente fra i dilettanti, ma pur sempre un corridore sul quale fare affidamento, anche fra i professionisti. Fra i "puri", vinse il Trofeo Strazzi '67 e, soprattutto, si impose, nel '68, in una classica come la Torino-Biella. Fu pure azzurro nel '67 al Tour des Combrailles, corsa a tappe dove finì 7°, primo degli italiani.
I problemi che frenarono la carriera professionistica di questo torinese che piaceva all'indimenticabile Vincenzo Giacotto, furono principalmente due: il troppo ritardato salto di categoria e l'esser finito in uno squadrone, la Faema, tra i più grandi della storia, con tanti corridori titolati e vincenti e, soprattutto, un fuoriclasse inarrivabile come Eddy Merckx. Dipanarsi in un simile team, soprattutto se si è timidi, è dura. Ciononostante, nel primo anno da prof, Desajmonet sfruttò benino le poche opportunità di mettersi in mostra. Nel 1969 infatti, fu 3° nel Giro delle Marche, ma risultò decisivo nel successo del compagno di squadra Tino Conti sul danese Primatista dell'Ora Ole Ritter. I tre si giocarono quell'edizione del Giro in volata. Fu poi 8° nel Campionato Italiano, corse un bel Giro di Romagna (17°), finì 18° il Campionato di Zurigo e concluse 34° il Tour de Suisse. Nel 1970, il rendimento di Desajmonet subì una flessione, ed anche la morte di Giacotto ebbe un ruolo non indifferente su quel calo. A fine anno, la chiusura della Faema, lasciò il corridore torinese disoccupato. Staccò la licenza anche nel '71, ma non trovò squadra e preferì abbandonare.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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