Franco Bodrero

Nato a Torino il 7 febbraio 1943 e deceduto il primo luglio 1970. Passista scalatore, alto m. 1,75 per kg. 66. Professionista dal 1965 al 1970, con una vittoria.
Un buon corridore, uno che era sovente fra i primi e che avrebbe vinto di più se fosse stato dotato di un discreto spunto veloce. Sembrava attrezzato per le corse a tappe e per quelle di un giorno dure con diverse salite. Fu un ottimo dilettante, ma anche lì più piazzato che vincente. Esordì fra i professionisti nel 1965 con la Legnano, e fece subito benino: chiuse 38° il Giro d'Italia, fu 3° nel GP Prato, 3° nel GP di Robbiano, 5° nella Coppa Sabatini. L'anno seguente, l'ultimo nella gloriosa e leggendaria storia delle maglie verdi-oliva, fu 23° al Giro, indi 4° nel Giro del Veneto, 5° nel Giro dell'Appennino, 8° nel Giro dell'Emilia. Piazzamenti discreti, soprattutto alla luce del contesto storico di un ciclismo italiano che aveva in termini di numeri e qualità la sua migliore generazione. Però, da Bodrero ci si aspettava un altro salto, anche e soprattutto dopo l'arrivo in Molteni. Nel '67 fu 3° nel GP Cemab, 9° al Campionato Italiano, poco, in considerazione del fatto che chiuse il Giro dove era più atteso al 46° posto, ma a dare un segno di inversione, ci pensò il 15° posto colto al Tour de France, davvero inaspettato per molti. Fu il segnale di un crescendo che trovò concretizzazione nel 1968, quando vinse la tappa del Giro d'Italia che terminava al Block Haus, dove però venne squalificato perché positivo al controllo antidoping. Chiuse la "Corsa Rosa" 12°, ma all'indomani del Giro, partecipò ad un'altra corsa a tappe, una delle più importanti fra quelle di una settimana, nell'allora ciclismo: il Giro del Lussemburgo. Qui, Franco Bodrero, vinse la tappa di Esch Alzett e terminò 3° nella Classifica Generale Finale. Nel '69 passò alla Salvarani, per fare da spalla a Gimondi e fu autore di un Giro d'Italia di sacrifici per il capitano: chiuse 39°. Poi iniziò un declino atletico per tanti aspetti inspiegabile. Lo si capì nel '70, quando, a soli 27 anni, morì per un male incurabile.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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