Gaudenzio Tonoli

Nato a Opera (MI) il 24 agosto 1940. Passista veloce. Alto m. 1,76 per 71 kg. Professionista dal settembre 1961 al 1963 senza ottenere vittorie.
Da dilettante, dopo aver vinto il Campionato Italiano nel 1961, a ventuno anni tondi, ebbe l'intelligenza e la fortuna di passare subito al professionismo. Poi, che la sua carriera sia stata corta, con tinte da meteora, è un altro discorso, nel senso che non sta scritto da nessuna parte che si debba diventare campioni o grandi gregari. D'altronde, il ciclismo è uno sport dove l'osservatorio ha espresso delle autentiche stupidaggini, come quelle di considerare il secondo arrivato eufemisticamente in maniera non proprio sincronica al valore espresso (al punto che molti corridori sono arrivati a preferire il terzo posto al secondo....), il gregario come un mezzo inesistente, quando nelle corse in bicicletta è determinante come la forza resistente del campione e via dicendo. Quindi non c'è da stupirsi se un Gaudenzio Tonoli, venga bypassato da tanti, perché non è rimasto dilettante a collezionare bollini vittoriosi da inserire nell'ammiraglia della sua società. Fece una scelta giusta, entrò in grandi squadre professionistiche, ma purtroppo per lui, non era tagliato, o non si sentiva tale, per imparare il mestiere del gregario nell'attesa di poter proporsi con acuti personali. Resta il ricordo di un gran bel pedalatore, con dei valori sicuramente superiori all'ottenuto.
Dunque, dopo aver vinto il Tricolore dilettanti, come detto passò prof a settembre, con la Philco di Fiorenzo Magni. Fece in tempo a correre il 4 ottobre un bel Giro dell'Emilia, chiuso al 17° posto, l'11 ottobre un grande Giro del Lazio che concluse 4°, ed il 21 ottobre, fu un protagonista del Giro di Lombardia, sciogliendosi, come quasi tutti, solo sulle pendenze allora semi-proibitive del Muro di Sormano: arrivò comunque ad un onorevole 19° posto. Nel 1962, fu 6° nella Tre Valli Varesine, 7° nella Milano Mantova, 9° nella Coppa Placci, 10° nel Giro di Campania, andò benino nel Giro del Lazio ed in quello di Lombardia. La vera delusione fu al Giro d'Italia, che iniziò in non buone condizioni e dopo gravi ritardi in tre tappe, alla settima, quella che si concludeva a Montevergine, si ritirò. A fine '62 la Philco chiuse il suo rapporto col ciclismo e Gaudenzio passò, per la stagione '63, alla neonata, ma già ambiziosa Salvarani, diretta da Luciano Pezzi. Per Pezzi, detto "Napoleone", Tonoli doveva fare il gregario, ruolo che il varesino non sapeva ricoprire, d'altronde allora s'era ancora nell'epoca dove il gregario doveva far di tutto, non solo tirare. Fatto sta che nell'anno, il suo miglior piazzamento fu il 24° posto al Giuro della Provincia di Reggio Calabria. A fine stagione, nella riconversione Salvarani, non ci fu posto per lui e decise così, a meno di 24 anni, di smettere.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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