Giuseppe Barale

Nato a Cuneo il 30 novembre 1905, deceduto a Bordighera (IM) il 7 dicembre 1996. Fondista. Professionista dal 1927 al 1930, con una vittoria.
Un corridore che fece presto del ciclismo la sua vita. Prima come atleta, perché gli consentì di verificare le sue possibilità di corridore, di allargare i propri orizzonti, di guadagnare due soldi e, poi, di imparare un mestiere, quello del meccanico di biciclette che, in seguito, si trasformerà in commerciante. In altre parole, la bicicletta è stata il filo conduttore di questo cuneese, ben presto trasferitosi, anche qui per doveri di ....bici, in Liguria, a Bordighera. Il primo biennio da professionista indipendente, nel 1927 e nel 1928, lo consumò correndo sovente anche oltralpe. E fu proprio la terra francese a dargli la soddisfazione di una vittoria, nella Boucles de Sospel 1928, mentre era arrivato terzo, nella medesima gara, l'anno prima. Finalmente, nel 1929, dopo essere arrivato 7° nella Coppa Val Maira, poté coronare il suo sogno di correre il Giro d'Italia. Si difese con tanta volontà e abnegazione, chiudendo all'arrivo finale di Milano in 67esima posizione. Continuò anche nel 1930, ma dopo la Sanremo, chiusa 59°, ebbe l'opportunità di aprire un'officina negozio di biciclette a Bordighera. Che è stato il perno del suo secondo tratto di vita all'insegna del ciclismo. Il negozio, successivamente passò al figlio Giorgio, classe 1941, anch'egli corridore, ma rimasto dilettante. Il giovane Barale però, aveva anima artistica, ed è divenuto ben presto, un affermato maestro di pittura.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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