Jan Mertens

Nato a Hoboken il 2 marzo 1904, deceduto a Mortsel il 21 giugno 1964. Passista veloce. Professionista dal 1926 al 1931 con 6 vittorie.
Con questo corridore dalle giornate tanto virtuose quanto rare, ci troviamo di fronte ad un riferimento degli anni venti nelle corse in linea, che avrebbe potuto dare molto di più, se non si fosse appesantito nella ricerca di una competitività per il Tour de France, difficilissima, e, soprattutto, per una caduta che, nel 1929, a soli 25 anni, gli provocò la doppia frattura del gomito destro, tanto da fargli, di fatto, concludere la carriera li. Tentò invano di riprendere le corse ancora per un paio danni, ma non era più lui.
Si fece conoscere a 20 anni quando vinse fra i dilettanti la Bruxelles-Luxembourg-Montdorf. Passò professionista nel 1926, impegnandosi subito in un programma tanto ambizioso quanto dispendioso. Vinse la seconda tappa del Criterium du Midi in Francia, la Coppa Sels, da dominatore, in Belgio, fu 2° nel Gran Premio della Schelda, 11° al Giro delle Fiandre e 26° al Tour de France. Qui, nell'11° tappa finì 3°, ma gli sforzi furono grandi. Sforzi che pagò l'anno dopo, quando vinse solo la seconda tappa del Giro del Belgio e chiuse 21° la Parigi-Roubaix. Nel 1928 l'esplosione, col grande successo nel Giro delle Fiandre, a cui fece seguire il Campionato del Belgio per Club a cronometro. Tanti i piazzamenti di primissimo livello: fu 2° nel GP di Berchem, 3° nel GP della Schelda, e 4° nel Tour de France, al termine di un andamento davvero incredibile per piazzamenti di tappa. Fu infatti sul podio di frazione in ben 9 tappe, con 4 secondi posti e cinque terzi. Fu poi 4° nel Circuito Belga e fu sfortunato alla Roubaix, chiusa 24°. Deciso a ritentare l'avventura del Tour nel 1929, partì col freno un poco tirato. Ciononostante, vinse la Erembodegem-Terjoden, fu 3° nel Circuito Belga, nel GP Millenaire, nel GP Wilrijk, 4° nel Giro delle Fiandre e 6° nella Parigi Roubaix. Poi la caduta citata, che gli fece perdere tutto il resto della stagione, ed ovviamente il Tour. La stessa Grande Boucle che lo vide allo start nel 1930, quando tentò disperatamente di ritornare competitivo, ma non gli fu possibile. Ciononostante, finì 15° quel Tour e fu 12° alla Parigi Bruxelles. Nel 1931, nelle poche corse disputate, capì che i piazzamenti dell'anno prima, con quel braccio, erano stati un miracolo e chiuse con l'agonismo.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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