Guido Lelli

Nato a Monteveglio (BO) il 5 gennaio 1921, deceduto a Bologna il 10 marzo 1985. Passista. Professionista dal 1946 al 1951, senza ottenere vittorie.
Un corridore che valeva molto di più del raccolto, ma che difettava in quanto a concentrazione e grinta. Aveva la classe, per la bella pedalata, l'ottimo passo e pure una certa completezza, per ritagliarsi una sua specifica fetta di calendario ove costruirsi curriculum, ma preferì raccogliere quello che veniva senza dannarsi più di tanto. Ovviamente il tutto va rapportato ai tempi in cui ha corso, dove il ciclismo era davvero lo sport più faticoso (assolutamente cosa non vera oggi).
Da dilettante fu 2° al campionato italiano su strada nel '42 e nel medesimo anno, Campione Italiano nell'Inseguimento a Squadre (con Bandiera e Degli Innocenti). Tra l'altro fu ammesso a partecipare al Giro di Lombardia a 20 e 21 anni con due buoni piazzamenti (33° e 28°). Nel 1945 vinse la prima edizione di quella che diverrà una classica della categoria, ovvero il Trofeo Mauro Pizzoli. Poi, l'ottimo esordio professionistico nel 1946 in maglia Benotto, col 3° posto nella Milano Torino, il 3° nella tappa di Perugia al Giro d'Italia, che chiuse 26°. Alla Sanremo colse un discreto 17° posto. Nel 1947 il ruolino rimase buono col 3° posto nella frazione di Padova e il 7° in quella di Vittorio Veneto al Giro d'Italia. Buono pure il piazzamento finale nella "Corsa Rosa": 17°. Dopo un 1948 da dimenticare per infortuni, dubbi sul futuro e conseguente volontà ballerina, tornò a farsi sentire nel 1949, quando fu 6° a pari merito nel Giro del Lazio, 12° nel Giro del Veneto e 46° nel Campionato Italiano. Poi di nuovo crisi. Nel 1950 e '51, infatti, corse pochissimo e senza risultati al punto di smettere.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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