Jan Derksen

Nato a il 23 gennaio 1919 in Geertruidenburg, nella regione del Brabante del Nord, in Olanda. Velocista pistard. Professionista dal 1940 al 1964 con 112 vittorie su pista.
Longevo come pochi, praticamente eterno, fu uno sprinter che fece della potenza e della classe una simbiosi, potremmo dire una sublimazione. Dal fisico atletico per nulla massiccio, contrariamente a quel che già si vedeva fra i velocisti su pista, Jan Derksen ha illuminato una carriera stupenda che poteva essere ancora migliore se non fosse stata danneggiata dalla Seconda Guerra Mondiale. Per rendersene conto, basta tenere presente quanto fosse già sui vertici mondiali prima del conflitto nonostante l'età di un ragazzino. Infatti, dopo il terzo posto ai mondiali del 1938, l'anno seguente ad appena venti anni, si laureò Campione del mondo della velocità dilettanti. Accadde a Milano, in un tempio della città come il Velodromo Vigorelli e dove lo sconfitto in finale fu l'italiano Astolfi. Sempre nel '39, vinse i prestigiosi Gran Premi di Parigi, Londra, Amsterdam, Milano e Berlino, in altre parole la striscia delle migliori manifestazioni mondiali su pista. Poi, conclusa la guerra, ovviamente passato al professionismo, si ripresentò vincendo i Mondiali nella massima categoria svoltisi sulla pista di Zurigo. Dal 1947, anno in cui chiuse 4° la rassegna iridata, iniziò la sua lunga serie di piazzamenti ai mondiali che lo videro nuovamente 4° nel '48, 2° nel '49, 3° nel '50, '52 e '59. Ma l'appuntamento con l'arcobaleno di Jan, aveva ancora un massimo acuto da recitare. Ed infatti nel 1957 a 38 anni suonati, conquistò la sua ultima Maglia Iridata, battendo sulla pista di Rocourt in Belgio, il grande rivale orange Theo Van Vliet. I canti velocistici di Derksen nelle rassegne arcobaleno continuarono nel '60 e nel '62 (a 43 anni!), con la conquista di altri due quarti posti. In Olanda Jan inanellò duelli, quasi sempre vincenti con l'occhialuto Van Vliet (che preferiva le rassegne iridate), conquistando 13 titoli nazionali fra il '43 e il '63. Vinse i più importanti Gran Premi del calendario, ed è ancora oggi ricordato per aver stabilito diversi primati mondiali, dal tandem sui 500 metri, al mezzo miglio, al chilometro lanciato. Per la fanciullezza di chi ha l'età di chi scrive, Derksen, è stato il nonno che si temeva quando in pista c'era l'idolo Maspes. Certo, perché anche se allora non era comprensibile ai più giovani, l'olandese era pure un grande tattico e, forse, proprio per questo, la sua carriera è stata infinita.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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