Paolo Baldieri

Nato il 21 febbraio 1902 a Sigillo (PG) ed ivi deceduto il 2 gennaio 1943. Fondista. Professionista indipendente dal 1925 al 1929, senza ottenere vittorie.
Sigillo, un piccolo borgo umbro, lo aveva eletto idolo indiscutibile per le sue vittorie in quel ciclismo minore che aveva la dote di interessare tutti o quasi come una identità. E lui, Paolo, detto Paolino per la statura non certo da granatiere, figlio di Niccolò e Rosa, maestra elementare, sentiva quella responsabilità, che andava comunque premiata con qualcosa di più corposo, rispetto alle vittoriuzze paesane. Con l'amico di sempre, Severino Marianelli, decise che era giunto il momento di partecipare al Giro d 'Italia ed insieme iniziarono a fabbricare una bicicletta, fatta in casa, costruita con le loro mani. Ne uscì uno strumento che marcava i limiti dell'improvvisazione, ma funzionale. Fatto sta che Paolo Barbierì fu uno dei 166 partenti al Giro d'Italia 1925. Fu molto bravo e lo portò a termine in una posizione incredibile rispetto alle previsioni: 34°!
Guardando bene le classifiche finali, il corridore di Sigillo, s'era piazzato al 28° posto fra i professionisti indipendenti, mentre nella classifica degli isolati, addirittura 16°. Ora i concittadini potevano tifarlo ed inneggiarlo con ragioni decisamente migliori. Nel 1926, grazie ad un artigiano di Lerchi, Gabriele Spapperi, che costruiva biciclette per grandi competizioni, poté contare su uno di quegli strumenti per partecipare al suo secondo Giro d'Italia. Purtroppo però, una serie incredibile di cadute, lo costrinse al ritiro. Si ripresentò nel 1927, e stavolta lo portò a termine: 80°, ma ultimo degli arrivati.
Baldieri continuò a correre fino al 1929, ma senza risultati di nota.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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