Sergio Braga

All'anagrafe Ermes, nato a Papozze (RO) il 10 gennaio 1934. Passista scalatore, altezza m. 1,75 per 61 kg. Professionista dal 1960 al 1962 senza ottenere vittorie.
Buon dilettante più piazzato che vincente, che si trasferì giovane in Piemonte, dove s'avvicinò al ciclismo ed iniziò a praticarlo e dove poi ha sempre vissuto. Dopo anni di buoni comportamenti nelle migliori gare dilettantistiche (era privo di sprint e, per questo, il numero dei suoi successi risulta ridimensionato rispetto allo spessore atletico), sull'onda del suo successo nella Coppa Città di Courgnè nel 1959, riuscì ad arrivare a ventisei anni tondi al professionismo. A dargli questa opportunità la San Pellegrino di Gino Bartali, Fausto Coppi e Romeo Venturelli. Era l'alba del 1960, ed il lutto per la scomparsa del Campionissimo, creò nel sodalizio una attesa ancor più tangibile per le pedalate di Venturelli, il pupillo di Coppi. Poi, il modenese dimostrò tutta la sua grandezza accompagnata da altrettanta inaffidabilità, ed il maturo Braga, proprio per questo fu chiamato a compiti suppletivi di gregariato. Sempre vicino al Meo, trovò modo di piazzarsi 4° nella seconda tappa del Giro di Romandia, 4° nel Gran Premio Cerro Maggiore, 7° nella tappa di Rimini al Giro d'Italia, grande corsa che, nonostante le peripezie del suo capitano riuscì a concludere all'86° posto. Nel 1961 passò a quella che resterà la grande idea Baratti, un sodalizio che potremmo definire la controfigura più marcatamente internazionale della Carpano. Braga funse da gregario di Angelo Conterno e dei tanti belgi illustri in formazione. Riuscì a piazzarsi 6° nel Trofeo Matteotti, 9° nella tappa di Genova al Giro d'Italia, dove poi fu costretto al ritiro. L'anno seguente, chiusa la Baratti, corse con le maglie della Carpano e partecipò alla Vuelta nella nazionale italiana, chiudendola al 30° posto, primo degli italiani. A fine '62 però, decise di appendere la bici al chiodo.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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