Juan Mauricio Soler Hernandez

Nato a Ramariquì il 14 gennaio del 1983. Professionista dal 2006 con 7 vittorie all'attivo.
Un corridore che alle buonissime qualità in salita ha accostato una incredibile precarietà nell'uso del mezzo che gli ha favorito un esagerato coinvolgimento sugli incidenti possibili in una gara ciclistica. In discesa, le sue lacune si sono dimostrate di una evidenza assai preoccupante. Ciononostante, s'è ritagliato in questi anni uno spazio di interesse che gli è valso contratti in formazioni di buono o, addirittura, ottimo livello.
Si segnalò nel 2005, vincendo ancora dilettante la 14 tappa del Giro di Colombia open. Nel 2006 la squadra italiana "Acqua & Sapone" gli offrì la possibilità di passare al professionismo e Mauricio rispose bene, vincendo una tappa e la Classifica finale del Circuit de Lorraine, in Francia. Ciò gli valse il passaggio alla più blasonata "Barloworld" nel 2007. Con la muova squadra, si piazzò al posto d'onore alle spalle di Danilo Di Luca, nella Milano-Torino, ed al Tour de France esplose, dando spettacolo sulle salite. Nella 7a tappa, un suo scatto sul Col de la Colombière, annunciò quella che dopo due giorni fu la vittoria che lo consacrò, come un possibile protagonista del ciclismo contemporaneo. Nella 9a tappa, infatti, la Val d'Isère - Briancon, dove si dovevano affrontare le asperità del Col de l'Iseran, il colle più alto affrontato da quel Tour, il Telegraphe e il leggendario Galibier, Soler scattò proprio su quest'ultimo colle e giunse solo al traguardo. A Parigi chiuse 5° nella Classifica generale e vinse la Maglia a Pois di miglior scalatore del Tour. Un mese dopo la Grande Boucle, s'aggiudicò la 2a tappa e la Classifica finale della Vuelta a Burgos, in Spagna e la Profronde van Oostvoorne in Olanda. Nel corso della Coppa Agostoni cadde e fu ricoverato per accertamenti e con conseguenze che gli gùfecero chiudere anzitempo la stagione.
Nel 2008 si presentò al Giro d'Italia con ambizioni, ma ben presto fu vittima di un'altra caduta dove si ruppe il braccio sinistro. Partecipò al Tour, ma nel corso della prima tappa finì sull'asfalto, rimediando una contusione fortissima al braccio operato due mesi prima, che lo costrinse al ritiro. Al Giro d'Italia 2009, nella volata finale della tappa che si chiudeva a Valdobbiadene, finì nuovamente per terra, ed i postumi di quella caduta lo costrinsero a sofferenze notevoli. Ciononostante, prima di arrendersi all'alba della sedicesima tappa, riuscì a chiudere quarto la dura frazione di San Martino di Castrozza. Ritornò alla vittoria nel giugno 2011, facendo sua la seconda frazione del Tour de Suisse, che gli consentì di vestire la maglia oro di leader della generale. Quattro giorni dopo però, fu vittima di una caduta in discesa che lo fece impattare contro un muretto. Riportò fratture multiple, di cui una al cranio, con edema cerebrale. All'ospedale di San Gallo, fu tenuto per alcuni giorni in coma farmacologico prima di essere dichiarato fuori pericolo. Fu poi trasportato alla Clinica Universitaria di Pamplona, in Spagna, città dove risiedeva quando gareggiava in Europa e lì svolse una prima riabilitazione. Solo quattro mesi dopo poté far ritorno in Colombia e svolgere l'ultima fase della riabilitazione. Ovviamente lasciò il ciclismo.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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