Joseph Groussard

Nato a La Chapelle-Janson (Francia) il 2 marzo 1934. Passista veloce. Professionista dal 1954 al 1968 con 64 vittorie.
Quando nel 1963, Joseph Groussard, venne dichiarato vincente alla Milano-Sanremo, dopo l'attento esame del responso fotografico che escludeva il tedesco Wolfshohl, la stampa sportiva italiana, non lesinò il proprio disappunto, definendo l'atleta che aveva battuto tutti gli assi, un corridore di secondo piano e rimproverò i campioni di grido, accusandoli di essersi lasciati mettere nel sacco da un concorrente di modeste possibilità. Fu una grave ingiustizia per il bravo Joseph, capace quel giorno, con la collaborazione del compagno di fuga, di dare la stoccata decisiva ai più celebrati e decantati campioni, con una sicurezza ed un'autorità impareggiabili. Non solo, ma il nazionalismo che, ripeterò fino alla noia, specie nello sport, rappresenta sempre un echeggio di negatività, se non di vera e propria imbecillità, giocò un brutto scherzo ai commentatori italiani, in quanto ignari, o poco attenti, relativamente al ruolino di Groussard, prima di quel 19 marzo 1963. Il bretone infatti, all'epoca, contava già su 48 corse vinte, talune di ottimo livello, nonché piazzamenti significativi. Abbastanza, per essere inserito fra quegli outsider che, in ogni corsa di un giorno, ed indipendentemente dalle difficoltà della stessa, possono colpire con una frequenza tante volte superiore ad una corsa a tappe. Ciò valeva ieri e vale oggi.
Si deve inoltre aggiungere che Groussard, era stato capace, nei primi anni di attività fra i professionisti, di superare in prove nazionali di peso, quei connazionali che, nei primi anni sessanta, proprio alla Sanremo, erano stati i protagonisti principali per le vittorie, nonché pari ai belgi, come espressione di movimento. Resta il fatto che Joseph, passato professionista a 20 anni per scelta, attraverso un breve apprendistato fra gli indipendenti, sfruttando il suo non disprezzabile spunto di velocità e le notevoli doti di fondo, possedeva prima della Milano Sanremo, fra i suoi 48 successi, due corse a tappe come il Midi-Libre '61 e la Quattro Giorni di Dunkerque nel '62, oltre alla Parigi-Camembert '57 e '60, la Boucles de la Seine '58, '61, '62 (in quest'ultima edizione stabilì la media record), il G.P. St. Raphael '58, la Genova-Nizza '59, il Criterium Nazionale della strada '62, il GP Nantes '54 e '59, il GP Monaco '59 e il Circuit de l'Indre (che non era un criterium) nel 1960. Al Tour de France, a dimostrazione delle sue doti di fondista, aveva vinto l'ultima tappa dell'edizione '59, la Digione-Parigi, di ben 331 chilometri! Notevoli anche quei piazzamenti, dei quali è doveroso riportarne uno solo, per lo spessore di chi con fatica lo superò, e per il periodo di svolgimento primaverile tipico della Sanremo: il suo secondo posto finale alla Parigi Nizza '61, quando duellò fino agli ultimi metri con Jacques Anquetil.
Dopo la Sanremo, fu ancora protagonista. Nel 1964 vinse fra le altre corse, la Freccia Auxerroise e il GP di Antibes, mentre al Tour de France, vestì la Maglia Gialla alla nona tappa e la tenne fino alla sedicesima, ovvero fino a quando "Monsieur Chrono" Jacques Anquetil, lo spodestò, grazie alla vittoria nella Peyrehorade-Bayonne a cronometro. Nel '65 vinse la Bordeaux-Saintes e nel '66 fu secondo nella Bordeaux Parigi. Insomma, quanto basta per non definirlo un corridore modesto. Anche suo fratello minore Georges, fu professionista.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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