Martial Gayant

Nato a Chauny, 16 novembre 1962. Passista veloce e ciclocrossista. Professionista dal 1982 al 1992, con 15 vittorie. Un corridore che capì presto i suoi limiti e che cercò di rimediare con una grande professionalità e con un'intelligenza ed una furbizia in gara tali, da fargli raggiungere qualche buon colpo. Tra l'altro si misurò dappertutto, dal cross alla pista, proprio per migliorarsi e non solo per guadagnarsi il pane. Per il resto, una spalla affidabile e pronta a capire, anche per i capitani, come potevano evolversi i fatti di corsa. Naturale che uno come lui, potesse divenire ottimo tecnico, ed infatti, a fine carriera, ha intrapreso la carriera di diesse e manager, ruoli che ricopre tutt'oggi. Dopo un breve passato fra i dilettanti, dove, a dimostrazione di doti sul passo, vinse il GP delle Nazioni a cronometro, passò professionista a soli 20 anni sul finire del nel 1982, nella Renault di Cyrille Guimard e Bernard Hinault. In quel breve scorcio di stagione fu 7° nei Tricolori di cross e 8° in quelli della corsa a punti su pista. L'anno successivo riuscì a ottenere un 2° posto nella 14a tappa della Vuelta di Spagna e vinse il Campionato Nazionale di ciclocross. Nel 1984 si presentò al Giro d'Italia come gregario di Laurent Fignon, vincendo la cronosquadre d'apertura e la decima tappa che si concludeva ad Isernia. In patria fece sua la semiclassica Cha-teauroux-Limoges. Nel 1985 vinse la Parigi-Camembert, classica del ciclismo francese, il Trophée des Grimpeurs e partecipò anche al suo primo Tour de France. Si aggiudicò una prova di ciclocross e fu secondo in una breve corsa a tappe colombiana, il Clasico RCN, dove vinse una frazione. Arrivò 3° sia nel Campionato Nazionale su strada, che in quello di ciclocross. Nel 1986 vinse ancora il Titolo Nazionale di ciclocross e il GP de Ouest-France di Plouay. Si classificò 5° ai Mondiali di cross. Nella stagione successiva, grazie ad una grande condizione in primavera, vinse una tappa alla Quattro Giorni di Dunkerque, si piazzò 8° nella Freccia Vallone e 10° alla "Roubaix" e continuò a piazzarsi benissimo un po' dappertutto. Vinse il GP di Lamballe e, soprattutto, ottenne la sua prima ed unica vittoria di tappa al Tour de France (chiuso 34°), a Chaumeil. A fine anno fu classificato 4° nel Superprestige Pernood. Il 1988, a dispetto della sola vittoria nel GP di Leves, fu il suo migliore anno, grazie al 2° posto nel Mondiale su strada dietro Fondriest, il 4° nel Campionato di Zurigo e il 6° nella Freccia Hesbignonne, il 9° all'Amstel Gold Race e il 10° nel Giro di Lombardia. Nel 1989 si impose nel GP di Fourmier e nel GP Saint Etienne, fu 2° nel GP di Francoforte, 3° nel Campionato Francese e fu 6° nel Critérium du Dauphiné Libéré. L'anno seguente, vinse il Tour du Limousin, il GP d'Amiens e una tappa del Tour della Cee (chiuso 2°) Fu poi 2° a Plouay, 4° alla "Roubaix", alla Milano Torino, al Giro dell'Emilia e alla Parigi Bourges. Poi, un tramonto che gli diede ancora grandi piazzamenti, come il 2° posto, nel 1991, al Giro di Lombardia e nel Midi Libre, il 3° nella Parigi-Nizza e nel Tour dei Pirenei. Chiuse nel '92. Oggi è dirigente alla FDJ.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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