Odiel Defraye, campione misterioso

Nato a Rumbeke (Bel), il 14 luglio 1888, deceduto a Bierges il 21 agosto 1965. Completo. Professionista dal 1909 al 1914 e dal 1919 al 1924, con 15 vittorie.
Un campione, ma pure uno degli atleti più strani e misteriosi dell'epoca pionieristica del pedale. Poche corse, belle vittorie, anche se non in grande numero. Un tipetto, non di grande stazza e sempre molto attento a tenere curati baffi, ciuffo, pettinatura e non molto ciarliero. Un comportamento nel complesso ben lungi da quello che si usa pensare per un ciclista di quei tempi e, ad onor del vero, pure uno capace di soffrire meno degli altri, come dimostrano i suoi copiosi ritiri, specie al Tour de France, proprio la gara che l'ha fatto entrare nell'immortalità ciclistica, nonché nel cuore dei belgi.
Si segnalò imperiosamente vincendo, nel 1908, da dilettante, la corsa più importante, il Giro delle Fiandre: a quel tempo non ancora entrata nelle dimensioni di corsa per l'elite del ciclismo. L'anno successivo, il primo da professionista, Defraye si impegnò in due corse, i Campionati delle Fiandre, dove fu battuto in volata da Wancour e la Parigi Roubaix, che chiuse 14°, battuto da una lunga serie di incidenti e forature. Nel 1910, corse pochissimo, ma vinse quei Campionati delle Fiandre che gli erano sfuggiti per poco l'anno prima. Il suo ruolino di ciclista strano e poco considerato continuò anche nel 1911, nonostante il colpaccio inferto vincendo il Campionato Nazionale su strada. Con la maglia di campione belga addosso, fu costretto a correre con più attenzione e disponibilità la stagione del 1912. Ed infatti, chiuse 5° la Parigi Roubaix, finì 3° nell'Etoile Caroloregienne e fu autore di un autentico show al Giro del Belgio, dove vinse quattro delle sette tappe e la classifica finale. Partecipò, dopo varie peripezie con la sua Federazione al Tour de France, l'ultimo della storia con la classifica basata sui punti. Il suo ruolino fu eccezionale. Vinse la tappa Dunkerque-Longwy di 388 km; secondo nella Longwy-Belfort di 331 km; terzo nella Bel-fort-Chamonix di 334 km.; secondo nella Grenoble-Nizza di 323 km; primo nella Nizza-Marsiglia di 334 km; primo nella Perpignano-Luchon di 289 km; terzo nella Luchon-Bayonne di 326 km; secondo nella La Rochelle-Brest di 470 km.; terzo nella Brest-Cherbourg di 405 km. Vinse così il Tour, ed ottenne un trionfo clamoroso. L'anno successivo, Defraye s'impose nella già divenuta classica di primavera, la Milano-Sanremo, con una media di km. 31,143, nuovo record (che resisterà fino al 1929). Si ripresentò alla partenza del Tour, ma non riuscì a bissare la leggendaria impresa dell'anno precedente. Si ritirò nel corso della 6a frazione. Nel 1914, cominciò il suo declino. Durante l'anno, vinse una frazione del Giro del Belgio, fu secondo nella tappa di Bayonne al Tour de France, dove si ritirò nuovamente. Dopo la guerra tornò a correre, ancor meno di prima in fatto di partecipazioni e continuò a ritirarsi ai Tour de France (sia nel '19 che nel '20). Nel 1921 il suo canto del cigno a Namur, nella quinta tappa del Giro del Belgio. Si schierò alla partenza della Grande Boucle del '24, ma ancora una volta si ritirò nel corso della 6a tappa. Poi scomparve definitivamente dal campo delle corse ciclistiche.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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