Paolo Bettini, il folletto diventato gran campione

Nato a Cecina l'1 aprile 1974. Passista veloce. Professionista dal 1997 al 2008, con 74 vittorie. Sicuramente uno dei più grandi atipici affermatisi tra gli evidenti della storia del pedale. Piccolino, anche leggero (1,67 per 60 kg), ma non scalatore da GT. In possesso di uno scatto forte e secco, ma da solo non letale, perciò ripetuto più volte ed a quel punto devastante. Veloce fino a vincere volate di gruppo, in un'era di treni. Assistito da qualità sul passo solo discrete, eppure gladiatorio nelle giornate di vena e, complessivamente, un "animale da classiche", tanto raro, quanto efficace. Ne è uscito uno dei corridori più spettacolari dell'ultimo mezzo secolo nelle corse di un giorno e nelle brevi corse a tappe. Uno che non ha mai vinto tanto in una sola stagione, ma le sue erano sempre vittorie importanti e con un andamento nei piazzamenti sempre in codeste gare, impressionante. Il "Grillo", come venne chiamato in tenera età, per la sua incapacità di stare fermo ed aspettare la zampata, è stato uno di quei corridori che sanno trasportare il tifo ovunque: dalla TV alla strada, senza confini geografici e capace di essere tanto gregario o spalla. quanto capitano, con una completezza d'atteggiamento che sfociava in una indubbia capacità di essere leader. Faceva gruppo e graffiava gli avversari, stava nascosto per un poco e poi esplodeva al punto di rendere le sue ripetute rasoiate, sacchi di acido lattico per chi intendeva rispondergli. In altre parole Paolo Bettini è un capitolo obbligato, aldilà del palmares, per qualsivoglia storico, ed è inoltre incredibile il suo itinerario che partì da giovanissimo, quando aveva solo 7 anni, ed è cresciuto fino ai 34 anni. Si è ritirato ancora vincente, da capitano, addirittura da carismatico leader, col numero uno sulla schiena, ad un Mondiale, arricchendo, anche in quella ultima pagina agonistica, la sua originalità complessiva. Chapeau!
Il sunto della sua carriera da professionista dice tanto, soprattutto evidenza quanto sia stupido per non dir di peggio giudicare arrivato un corridore che, magari, vince il Mondiale più inutile della storia, quello dei dilettanti (e non è un caso, se, nel gergo, fra cabala e lettura realistica, quella maglia porti sfiga). Lo ricordiamo piangente, ai piedi del podio, con quella medaglia di legno che tanto si menziona e che mai si porta al collo, dopo il Mondiale di Lugano, nel '96, quando in un'oasi azzurra, fu superato dai compagni Figueras, Sgambelluri e Sironi, tutti decorati, annunciati, considerati da un osservatorio, specie giornalistico, che, verso le categorie minori, ha sempre capito poco. Lui piangeva, e quel tipo che qui scrive, da sempre assai scettico su chi esprime troppo fra i cosiddetti "puri", si lasciò andare, e se ne vanta con piglio immutato ancor oggi, ad una frase: "...Fra questi qui, chi sfonderà, sarà solo Bettini!". E così è stato, come tante, tantissime volte nella storia, abbastanza per fare opera di convincimento, sugli atleti, gli operatori, gli allenatori, i giornalisti e l'elefante dormiente FCI, a prendere le categorie precedenti il professionismo, come fase propedeutica al ciclismo, non come capitolo decisionale sulle virtù di un corridore. Fatto sta che, mentre gli altri tre di quella giornata iridata svizzera, consumarono lì, quasi o tutto l'intero loro vertice agonistico, il Bettini mise quel legno a piedistallo di una carriera fra le più belle in assoluto del ciclismo italiano di sempre. E lo dicono questi dati, gravitanti su 74 vittorie, non lunghi dunque centinaia di centri, ma con sette decine pesanti a migliaia: 2 volte Campione del Mondo su strada (2006- 2007, consecutivi dunque, come riuscirono a fare solo Georges Ronsse, Rik Van Steenbergen, Rik Van Looy, Gianni Bugno e Peter Sagan); Campione Olimpico su strada (2004, con l'impresa di unire Titolo Olimpico a Mondiale prof, riuscita, oltre a Bettini, ai soli Ercole Baldini, ed Hennie Kuiper); 2 volte Campione Italiano su strada (2003- 2006); 3 volte vincitore della Coppa del Mondo (2002-2003- 2004, unico ad esserci riuscito tre volte, consecutivamente tra l'altro); 2 volte vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi (2000- 2002); 2 volte vincitore del Giro di Lombardia (2005-2006); 2 volte vincitore del Campionato di Zurigo (2001-2005, allora gara di Coppa del Mondo); vincitore della Milano-Sanremo (2003); vincitore della Clasica di San Sebastian (2003); vincitore del Hew Cyclassics (2003, allora gara di Coppa del Mondo); 2 volte vincitore della Classifica a Punti del Giro d'Italia (2005-2006); Numero Uno Mondiale nel Ranking UCI (2003); ha vinto 5 tappe alla Vuelta di Spagna, 2 al Giro d'Italia, una al Tour de France. Altri riconoscimenti speciali: Mendrisio d'Oro (2003); Velo d'Or (2006); Trofeo delle Fiandre (2006).
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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