Ugo Agostoni

Nato il 27 luglio 1893 a Lissone, deceduto a Desio il 26 settembre 1941. Passista. Professionista dal 1911 al 1924 con 4 vittorie.
Di Ugo Agostoni, le memorie odierne più comuni ricordano la corsa a lui intitolata divenuta una classica nazionale, la vittoria nella Milano Sanremo e la prematura scomparsa, ma nemmeno gli storici si sono soffermati su quella che resterà la sua peculiarità più straordinaria: la sua incredibile precocità. Chi scrive se lo è sempre chiesto, ed ha lungamente pensato ad un errore sulla data di nascita, poi rivelatasi, invece, corretta. Fatto sta, che il lissonese Ugo, pur sviluppatosi, più alto della media, con gambe lunghe e muscolose, a soli 15 anni, nel 1908, era già un dilettante che tardò poco a dimostrarsi a dispetto dell'età già di pregio. Nel 1910, a 17 anni, vinse la "Grande corsa del Secolo", finì 3° nel Campionato italiano e chiuse la breve parentesi fra i puri, vincendo la "Al mare, ai monti, ai laghi", che impose il suo nome all'attenzione di tutti. Questa gara, svoltasi dal 31 luglio al 14 agosto, si sviluppava attraverso otto tappe per complessivi 1960 chilometri. La corsa presentava alla partenza sia professionisti che dilettanti, in gara con classifiche separate, partendo ad intervalli. Alla fine delle otto tappe, Carlo Galetti risultò primo tra i professionisti con un netto vantaggio su Pavesi e Aymo, mentre Ugo Agostoni vinse la categoria dei puri su Fasoli e Bianco. In virtù di queste sue performance il giovanissimo corridore di Lissone, debuttò a soli 18 anni fra i professionisti nella squadra dell'Atala. Fu subito protagonista, andando a vincere la prima tappa della "XX Settembre", che chiuse terzo, indi piazzandosi al secondo posto nel Campionato italiano, terzo nella Coppa Savona, quarto nella Corsa delle Tre Capitali (dietro Henri Pelissier, Benni e Ganna) e settimo nel Giro di Romagna. Nella stagione successiva fu ancora più brillante, perché vinse o fu protagonista in molte delle corse disputate. Finì 2° con la sua squadra nel Giro d'Italia e nel Giro dell'Emilia, con una fuga solitaria di 50 chilometri, nata percorrendo una discesa da mostro, vinse con 13' di vantaggio su Santhià e Girardengo. Nel medesimo anno corse pure il Tour de France, anche se l'abbandonò presto, giunse secondo nel Giro di Romagna e nella Coppa Val Senio e finì quinto nel Giro di Lombardia. Cercò poi di vincere alla grande la "Seicento Chilometri". Evaso da un plotone di trenta unità, con la generosità che lo distingueva, fu a lungo in testa durante la notte, acclamato da Bologna a Rovigo, da Legnano a Verona, a Salò, ma con la luce dell'alba venne la crisi che lo obbligò al ritiro dopo essere stato al comando per 300 chilometri. La corsa fu poi vinta da Luigi Ganna. Il 1913, fu un anno poco fortunato per Agostoni: il miglior piazzamento fu il settimo posto al Campionato italiano, mentre su pista, stabilì il record nazionale dell'ora (poi non omologato per un'errata misurazione dell'anello).
Si presentò in smaglianti condizioni di forma nel 1914 e, nella Milano-Sanremo, ottenne la più grande vittorie della sua carriera. Nell'anno si piazzò secondo nella Roma Napoli Roma (XX Settembre), quarto nel Giro dell'Emilia e nono in quello di Lombardia. Dopo la parentesi della grande guerra continuò a gareggiare, ma aveva perso gran parte del suo smalto. Finì terzo nella "Sanremo" del 1918 e si segnalò particolarmente nella Milano-Modena, dove fu secondo nel 1919 dietro Girardengo, terzo nel '21 dietro Belloni e Bassi e ancora secondo nel '22 dietro a Bassi. In seguito ad un grave incidente motociclistico, nel 1924, si ritirò completamente dalla vita sportiva. Scomparve il 27 agosto 1941 all'Ospedale di Desio, durante un'operazione chirurgica. Per ricordare le gesta di Ugo Agostoni, gli sportivi di Lissone, dal 1946 organizzano la Coppa Agostoni, divenuta ben presto una classica del calendario nazionale. Così lo ricordava il grande Armando Cougnet: "Passista ottimo, scalatore discreto benché handicappato dal peso, discesista audace, ma soprattutto forte più che agile e di cuore buono e generoso".
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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