Theo De Rooy

Nato il 25 aprile 1957 ad Harmelen. Passista. Alto 1,82 m. per 73 kg. Professionista dal 1980 al 1990 con 24 vittorie. Un corridore che va annotato come una delle migliori spalle, o pedine di squadra, degli anni ottanta, in particolare nelle corse di un giorno. Non tante le soddisfazioni personali, comunque di buon livello; enormi, invece, i suoi pesi sulle vittorie dei compagni negli squadroni in cui ha militato. Un tattico ed in possesso di loquela e cultura rare per il ciclismo dei suoi tempi e non solo. Da dilettante lasciava presagire una carriera di vertice che, poi, fu tale, ma non nel versante citato. Nel 1978, ad esempio, andò a sfidare i "professionisti di stato" dell'est, vincendo il Giro di Slovacchia, poi vinse il Mondiale Universitari ed il Rheinland-Pfalz Rundfahrt, altra gara di grande livello del calendario dilettantistico, L'anno dopo vinse il Giro dell'Olanda del nord e la prima tappa del Giro della DDR. Come dire, un predestinato. Nel 1980 passò professionista nella belga Ijsboerke e fu subito vincente. Trionfò infatti nei Campionati delle Fiandre, una semiclassica allora forse ancor più sentita, vinse la 2a tappa del Giro di Romandia e il GP Merelbeke. In coppia con Ludo Peeters fu 2° nel Trofeo Baracchi, dietro gli assi belgi Jan Luc Vandenbroucke e Fons De Wolf, nonché 3° nel Campionato Nazionale. L'anno seguente tornò in patria nelle file della Capri Sonne. Ancora 3 vittorie: la 2° tappa della Settimana Catalana, il GP Union Dortmund e il Criterium di Benk. Tantissimi i piazzamenti e la prima partecipazione ai 9 Tour de France della sua carriera, chiuso 39°. Fu poi per la prima volta nella formazione "orange" ai Mondiali, una presenza che poi lo divenne, per più di un lustro, un punto fermo. L'anno successivo migliorò marcatamente: vinse il Trofeo Laigueglia arrivando in solitudine, poi trionfò nel Giro di Germania, dove vinse pure una tappa e fece sua il tappone del Tour de Suisse che si concludeva a Tasch. In quella manifestazione fu costantemente in lotta con Giuseppe Saronni che poi la vinse, mentre Theo finì 2°. Altro 2° posto lo raccolse alla Settimana Catalana. Al Tour de France, chiuse 19°. Il 1983 segnò una svolta nella carriera e nella vita di De Rooy: entrò nello squadrone della TI- Raleigh, diretta da Peter Post, di cui un po' l'ambasciatore in corsa. Col nuovo sodalizio interpretò quello che era il suo massimo distinguo: il tattico in bici. Vinse il GP Union Dortmund, il Tour dell'Hainaut Occidentale e il GP Obbicht, ma soprattutto fu la spalla in primis di Jan Raas. Nel 1984, la TI-Raleigh si trasformò in Panasonic ed al posto di Raas arrivarono tanti nomi di peso e Theo continuò a svolgere il suo riolo. A livello personale fece suo il Profronde van Stiphout e finì 2° nella Freccia del Brabante. Nel 1985, vinse il Prologo della Settimana Catalana (chiusa al 3° posto), una tappa del Giro di Norvegia e il GP Mijl van Mares. Finì 2° nel Giro d'Olanda. Sempre più impegnato nel sostanzioso lavoro in Panasonic, conquistò ancora qualche successo, come ad esempio nel GP Elsloo nel'87, nel Criterium Kortenhoef e nella Cronosquadre del Tour de France nel 1988, nella 5a tappa del Giro d'Olanda, nella 2a tappa del Tour de Luxembourg, nel Profronde van Maastricht, tutti nel 1989, nonché nel GP di Haaksbergen nel '90, suo ultimo anno da prof. Poi passò sull'ammiraglia, nel ruolo di Team Manager per volere dello stesso Post: nella Panasonic fino al '92, indi alla Novemail per un biennio e dal 1996 fino al 2007 come principale dirigente del "progetto Rabobank". Fino allo scandalo che coinvolse il danese Michael Rasmussen, capitano della squadra, nonché dominatore in Maglia Gialla al Tour di quell'anno. Scandalo che pare avere delle derivazioni nell'attualità, proprio mentre Theo, nel frattempo divenuto divulgatore e commentatore al servizio del ciclismo, forte della sua cultura e delle cinque lingue parlate, pensava di aver sotterrato quel capitolo. Comunque vada, De Rooy, resterà una figura di primo piano del pedale olandese.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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