Muore Luigi Scorza, signore del ciclismo

Il Tirreno del 7 settembre 2014

GROSSETO. Pochi giorni ancora e avrebbe potuto tenere tra le braccia il secondo nipotino, che nascerà a metà mese. Ma un male terribile si è messo di mezzo nell'ultima volata verso il traguardo di essere nonno per la seconda volta. Luigi Scorza, 65 anni, ciclista professionista nei primi anni Settanta e pioniere delle due ruote a Grosseto, si è spento venerdì nella sua casa di Grosseto.

È a lui, a questo siciliano arrivato giovanissimo a Grosseto, che la Maremma deve molto della sua cultura ciclistica. Scorza nasce a San Salvatore Re, in provincia di Messina, il 24 giugno 1949. Tra gli anni Sessanta e Settanta comincia a farsi notare nell'ambiente maremmano delle due ruote, ancora acerbo, nelle giovanili con la maglia del Curiel. È bravo e nel 1970 strappa un ingaggio alla Sammontana di Empoli con la quale scala, pedalato dopo pedalata, le gare dilettantistiche più prestigiose e taglia i primi traguardi. Nel 1972 passa al team Branzi evince il prestigioso Gran Premio Enicar di Parma.

Un brutto infortunio non lo scoraggia e nel 1973 il suo nome arriva alla ribalta delle cronache nazionali, quando con il Castelfranco di Sopra vince il Giro di Sardegna. Una gara che segnerà il suo destino.

L'anno dopo Scorza entra nel mondo dei professionisti con il gruppo sportivo Furzi, e torna sull'isola. Non vince, ma conquista un posto nella storia del ciclismo. «Eddy Merckx era in fuga e lui lo attaccava continuamente», racconta il ciclista grossetano Enrico Grimani. «Scorza era uno scricciolino, sfuggiva sempre. Il "cannibale", così era soprannominato Merckx, lo riagguantava ma lui non mollava. Alla fine erano stremati tutti e due, e finirono per farsi raggiungere dal gruppo. Ma in tv ne parlarono tantissimo. Scorza non aveva il fisico del campione ma usava la testa e sapeva come muoversi».

Oltre alla testa, Luigi usa il cuore. E proprio un gesto di generosità segna il suo passaggio al Giro d'Italia, sempre in quell'anno. Alla quarta tappa il capitano della squadra rompe la bici. Scorza gli cede la sua e mette fine alla sua partecipazione. Correrà altre gare importanti, tra le quali la Milano Sanremo. Nel 1975 l'addio all'attività professionistica. Ma non alla bicicletta.

Insieme all'altro pioniere del ciclismo maremmano, Tommasini, Scorza si dedica infatti ad allenare giovani talenti. «È stato lui a fondare la prima società sportiva, la Furzi cicli Scorza, nel 1976», spiega Grimani. Dal suo vivaio usciranno lo stesso Grimani e altri ciclisti di talento. «Se oggi Grosseto conta circa 600 persone che vanno in bici è grazie lui e al Tommasini».

Scorza si divide tra l'attività di allenatore e il suo negozio di biciclette in via Cesare Battisti «che - spiega Benedetti - negli anni '80 e '90 era punto di riferimento per i ciclisti».

Ma l'asfalto che corre sotto le ruote, i muscoli che spingono sui pedali, le mani che stringono il manubrio e il fiato in sincrono con le pedalate sono un richiamo troppo forte. «Due anni fa - spiega Grimani - Scorza è tornato a gareggiare e ha partecipato al campionato italiano degli ex professionisti»: Luigi Scorza si piazza quarto, con Pierino Gavazzi. Una buona prestazione, sì, ma non abbastanza. «Voleva togliersi questa soddisfazione - dice Grimani - e l'anno scorso si stava riallenando».

Scorza non riesce però a salire per l'ultima volta in sella alla sua bicicletta. Proprio l'anno scorso riceve una diagnosi terribile: tumore al fegato. Con la moglie, Lia Montanelli, e il figlio, Isacco, chiede consulti in tutta Italia, ma la malattia appare subito molto aggressiva. E alla fine lo ha sopraffatto. La la moglie e il figlio lo ricordano in un messaggio: «Il suo adorato nipotino lo chiamava "guerriero" (così noi gli avevamo giustificato le ferite) ed è così che lo vogliamo ricordare per tutto quel che ha fatto con coraggio e determinazione, nello sport come nella vita. Ci mancherai».

«Era una persona sempre solare, corretta e amata da tutti», dice di lui con la voce rotta dal dolore Secondo Benedetti, presidente della Federciclismo di Grosseto, con cui Scorza era tesserato. «Perdiamo una persona cara, competente, che ha dato tanto al ciclismo; un grandissimo intenditore all'avanguardia nel settore giovanile».

I funerali si tengono oggi alle 15 alla chiesa del Cottolengo. Lunedì la sepoltura.
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