Storia di Dario Frigo

Nato a Saronno il 18/09/1973, comincia a correre a circa 13 anni, esordiente, con la maglia della "Genova 1913". La prima corsa la disputa nel milanese e come inizio è poco incoraggiante, infatti si ritira. Nelle prime due stagioni i risultati stentavano ad arrivare, ma non era quella la cosa più importante perchè comunque il ciclismo, nella sua forma agonistica, gli permetteva di realizzare un sogno. Maturando gradatamente passa allievo con la FGM-Michelin di Varedo, formazione per la quale corre due anni; nel suo secondo anno, a Puginate di Bregnano nel comasco, in quella che era la corsa d'apertura della stagione, ottiene la sua prima vittoria in assoluto.
Poi passa juniores nella UC Comense vincendo, alla sua prima stagione, a Campofiorenzo in Brianza. Al secondo anno, conquista 5 vittorie tra cui la Milano-Borgomanero e la Como-Clivio.
Finalmente approda tra i dilettanti alla Cosmos di Olivano Locatelli. Tra i dilettanti il primo successo arriva al secondo anno. In questa stagione ottiene 6 vittorie, tra cui la tappa di Crevacol al Valle d'Aosta, la Rho-Baveno e la cronoscalata Baveno-Levo. Poi ancora altri successi nelle stagioni successive: ancora al Valle d'Aosta nella tappa di Les Contamines, e nell'ultima stagione nella cronoscalata Berceto-Passo Cisa.
Il grande sogno, il passaggio al professionismo, arriva al Giro del Veneto 1995, con la maglia della Mercatone Uno-Saeco, quell'anno la formazione di Bartoli, Cipollini, Casagrande. Dal 1996 la Saeco sarà la sua formazione per quattro anni e nel 1999 ottiene la prima vittoria al Dekra Open, in Germania. Nel 2000, passa nelle file della Fassa Bortolo e arrivano i successi nella tappa di Arco di Trento al Giro del Trentino e in una bagnatissima edizione del Giro di Campania. E poi i successi di inizio 2001: la cronoscalata al Col d'Eze e la Classifica Finale della Parigi-Nizza e la Classifica Finale del Giro di Romandia.
Comincia il Giro d'Italia e Dario è tra i favoriti anche se è un'incognita la sua tenuta in una gara a tappe di tre settimane. Nel prologo è secondo dietro il vincitore Verbrugghe e grazie a questo piazzamento nel primo arrivo in salita (quarta tappa), arrivando con i primi, riesce a conquistare la maglia rosa; la terrà per nove giorni cedendola a Gilberto Simoni al termine della tappa con arrivo al Passo Pordoi (13° tappa). Il distacco in classifica tra i due è comunque minimo; il 3 giugno Dario vince la 15° tappa, la Sirmione-Salò a cronometro, ma Simoni secondo riesce a tenere la maglia. Il 7 giugno è prevista un'importante tappa la Imperia-Sant'Anna di Vinadio, ma la tappa viene annullata in seguito alle perquisizioni dei N.A.S. negli alberghi di Sanremo dove alloggiavano le squadre partecipanti al Giro; i corridori rimangono per lungo tempo a disposizione dei carabinieri e finanzieri senza avere la possibilità di riposare adeguatamente e così si decide per l'annullamento.
Durante le perquisizioni a Dario vengono trovate fialette con sostanze dopanti che, per sua ammissione, possedeva ma senza averle mai usate.
La mattina dopo Dario non parte da Busto Arsizio perché licenziato dal suo Gruppo Spotivo. In seguito si scopre che Dario era stato anche truffato, l'etichetta di quelle fialette non corrispondeva al prodotto che avrebbero dovuto contenere. Ma in fondo è un dettaglio: resta il fatto che Frigo aveva cercato di procurarsi un prodotto illecito e così è condannato ad una squalifica di 6 mesi, fino all'8 marzo 2002. Nel 2002 è ingaggiato dalla Tacconi e al suo rientro alle corse, nella Parigi-Nizza, vince la tappa più dura con arrivo al Col d'Eze. In seguito vince una tappa e la classifica finale del Giro di Romandia. Si ripresenta alla partenza del Giro d'Italia e pur non brillando riesce a rimanere sempre con i primi, poi una giornata storta gli preclude le prime posizioni della classifica e chiude con un modesto 10° posto a 11'50" dal vincitore Savoldelli. Dopo il Giro vince il campionato italiano a cronometro e si presenta al via al Tour de France; non brilla molto ed è subito fuori classifica ma nel finale ha un'impennata d'orgoglio e vince la 17° tappa con una azzeccata fuga. Finito il Tour in crescendo di condizione nel mese di agosto vince alla grande il Gran Premio di Zurigo, prova di Coppa del Mondo e firma per il 2003 per la Fassa Bortolo. Nel 2003 parte forte e nella prima metà della stagione vince 6 corse: tappa Paris-Nice, tappa e classifica finale sia alla Valenciana che alla Settimana Catalana e una tappa al Giro d'Italia che conclude con un ottimo 7° posto. Poi si concentra sul finale di stagione, porta a termine la Vuelta di Spagna con un buon 21° posto e partecipa ai Mondiali di Hamilton (Can) ritirandosi ma solo dopo aver fatto quanto richiesto per la squadra. Chiude l'anno con un ottimo 3° posto al Giro di Lombardia e nella classifica UCI di fine stagione occupa la 14° posizione.
Il 2004 è un anno molto duro per Dario; tre mesi lontano dalle corse, per problemi fisici, e un recupero lento e difficile non gli permettono di vincere alcuna corsa. Nonostante tutto, per il secondo anno consecutivo è selezionato per i mondiali su strada. Nel 2005 Dario parte ancora male: i risultati mancano ad arrivare e a luglio, durante il Tour de France, lui e sua moglie sono fermati dalla polizia francese, dopo che sull'auto guidata dalla donna erano state rinvenute una decina di dosi di Epo, l'eritropoietina, sostanza vietata che aumenta la concentrazione di globuli rossi nel sangue e ne favorisce dunque l'ossigenazione. Il corridore, escluso dal Tour de France, e sua moglie sono posti in libertà vigilata dopo l'interrogatorio ma Dario annuncia la sua decisione di porre fine alla carriera agonistica.
Articolo inviato da: Paolo Mannini (Firenze)
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