Storia di Luis Alberto Herrera Herrera

"Lucho" fu il primo esponente del nuovo ciclismo colombiano che dall'inizio degli anni '80 ottenne ottimi risultati nelle grandi corse a tappe del calendario europeo. Le sue non comuni doti di scalatore gli consentirono di reggere il confronto con i migliori stradisti europei: fu il primo colombiano ad aver vinto una tappa del Tour de France, ovviamente un arrivo in salita, sull'Alpe d'Huez, il 16 luglio 1984, al suo primo anno da professionista. Sempre nel 1984 trionfò in patria nel Giro di Colombia (con tre vittorie di tappa e il primo posto nella classifica a punti e della montagna) e nel Clasico RCN per la terza volta consecutiva (nell'82 e '83 aveva vinto come dilettante in questa corsa open). Fece ancora meglio l'anno successivo aggiudicandosi due tappe del Tour (ad Avoriaz e St. Etienne), piazzandosi 7° assoluto e primo nella classifica del Gran Premio della Montagna. Nella stessa stagione si impose nel Giro di Colombia (con due tappe) e fu 2° nel Clasico RCN. Nell'86 centrò la vittoria in entrambe le corse a tappe del sue paese (Vuelta e Clasico) ma in Europa non brillò più di tanto facendosi comunque notare sulle montagne del Tour dove si classificò secondo nella classifica del G.P. della Montagna. La maturazione e l'esperienza gli consentirono nel 1987 di vincere finalmente un'importante corsa a tappe in Europa; dopo essersi aggiudicato l'undicesima tappa, concluse trionfalmente il Giro di Spagna mandando in delirio gli sportivi colombiani che lo idolatravano. Nello stesso anno ottenne il suo miglior piazzamento al Tour con il 5° posto nella classifica finale e la seconda vittoria nel G.P. della Montagna pur non ottenendo affermazioni parziali. Nel 1988 ottenne un altro importante successo in una corsa a tappe europea affermandosi nel Giro del Delfinato e, in patria, fu suo il Giro di Colombia; ma fallì nuovamente l'assalto al Tour piazzandosi al 6° posto. Nel 1989 diede spettacolo ed entusiasmò sulle salite del Giro d'Italia vincendo due tappe e la classifica del G.P. della Montagna, ma non ottenne che un mediocre 18° posto nella classifica finale: anche al Tour fu mediocre piazzandosi soltanto 19°. Nel 1990 non ottenne risultati di rilievo e l'anno successivo, dopo sei stagioni alla Cafè de Colombia, passò alla Postobon tornando al successo alla grande: bis nel Giro del Delfinato e una tappa alla Vuelta (con la vittoria nel G.P. della Montagna).
Nel 1992, la sua ultima stagione, riuscì ad imporsi nuovamente in una tappa del Giro d'Italia ottenendo il suo miglior piazzamento nella classifica finale con un buon 8° posto.
A fine anno abbandonò l'attività, rimanendo nel cuore dei tifosi non solo colombiani ma di tutta Europa che lo hanno ammirato (i colombiani ascoltavano alla radio le sue imprese al Tour e al Giro) nelle sfide contro i grandi del ciclismo europeo (mitiche quelle con Hinault al Tour) e lo hanno visto vincere per due volte il Gran Premio della Montagna della Vuelta (1987 e 1991) e del Tour de France (1985 e 1987) e una volta del Giro d'Italia (1989) offrendo lezioni di grande ciclismo su alcune delle più dure salite d'Europa, anche se non è mai riuscito a vincere la corsa a cui teneva di più: il Tour de France.
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