Storia di Alberic Schotte

Noto a tutti con l'appellativo di "Brik", è uno dei nomi più gloriosi del ciclismo belga di ogni epoca. Lo soprannominarono l'"ultimo dei fiamminghi", per il suo stile di corsa arrembante, coraggioso, dispendioso, d'attacco.
Nato nel 1919, debuttò in campo ciclistico nel 1935 e mise subito in evidenza le sue doti nelle gare più lunghe. A vent'anni passò fra gli indipendenti, vincendo il campionato del Limburgo, il Gp Bruxelles e il Circuito dell'Ovest. Il suo debutto fra i professionisti avenne nel 1940 e fu terzo nel Giro delle Fiandre e primo nel Criterium di Ransart. Nel 1941 conquistò il titolo di campione delle Fiandre e vinse il criterium di Merelbeke. Nel 1942 vinse il Giro delle Fiandre poi il precipitare degli avvenimenti politici portarono alla guerra mondiale; finita la guerra si confermò eccellente corridore di gare di un giorno finendo per primeggiare un po' in tutte le classiche. Rivinse il Giro delle Fiandre nel '48, la Parigi-Bruxelles '46 e '52, la Parigi-Tours '46 e '47, la Gand-Wevelgem '50 e '55 oltre a due Campionati del mondo vinti nel '48 e nel '50, mentre nel '49 era terminato 4°. Nel '48, dunque, il fuoriclasse belga approfittò della rivalità fra Coppi e Bartali che bloccò di fatto la corsa degli italiani; all'attacco al secondo passaggio sulla collina del Cauberg, reagì alla controffensiva di Schulte trascinandosi appresso Lazarides e andò a vincere con 1" di vantaggio sul francese. Ancora l'olandese Schulte, questa volta in compagnia dell'altro "tulipano" Middelkamp, fu il suo principale rivale nell'edizione del '50 a Moorslede, in Belgio, quando Brik vinse con un finale prepotente togliendosi dalla ruota i rivali negli ultimi chilometri. Le lacune in salita gli impedirono di essere grande anche nelle gare a tappe. A parte il Giro del Lussemburgo del '46 (con due tappe) la sua migliore prestazione rimane il secondo posto al Tour de France del '48, quello della seconda vittoria di Gino Bartali letteralmente scatenato e imbattibile, grazie a una condotta di gara molto regolare. In quella stagione vinse anche il Desgrange-Colombo. Aveva l'aspetto classico del contadino fiammingo e se glielo facevano notare non se la prendeva perchè in campagna era nato e ci teneva a farlo sapere. I soldi che guadagnava li impiegava per comprare terreni e bestiame, addirittura, appena sceso di bicicletta dopo la sua prima vittoria nel campionato del mondo disse agli amici che avrebbe comprato una coppia di buoi al mercato del suo paese. Ciclisticamente era il vero manovale del pedale. Correva con una calza elastica che, dicevano, avesse il potere di proteggere le sue vene varicose. Comunque era un tipo testardo, il vero fiammingo. Taciturno e mai sorridente, pedalava con una tenacia inesauribile. Tecnicamente non era bello a vedersi in bicicletta, non aveva la classe del campione, non aveva uno stile, ma aveva una tenacia senza pari e per questo in Belgio e non solo sarà considerato un fuoriclasse.
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