Storia di Raymond Poulidor

E' stato, per quasi vent'anni, uno dei personaggi più popolari e amati non solo in Francia. Il suo carattere, la sua semplicità, la sua serenità, sia che fosse vincitore o sconfitto, gli hanno propiziato un'ammirazione non comune e il suo nomignolo, "Poupou", veniva gridato dalle folle francesi come un'invocazione appassionata. Professionista solo a 24 anni poiché per 28 mesi aveva dovuto prestare servizio militare nell'Africa del Nord ha saputo, evidentemente, amministrarsi abilmente se è riuscito a restare a galla brillantemente sino a 41 anni, allorché decise di ritirarsi (ha sempre corso con la maglia della Mercier). A dispetto della definizione di "eterno secondo" che gli è stata affibbiata, vanta un palmares prestigioso nel quale spiccano la Milano-Sanremo '61 e la Freccia Vallone '63, la Vuelta di Spagna '64, il Delfinato '66, la Parigi-Nizza '72-73, il Nazioni '63, il Gran Premio di Lugano '63 e altre belle affermazioni a conferma delle sue attitudini di corridore completo: forte in salita, grande cronoman (al punto da sconfiggere persino Anquetil) e buon velocista non ha certamente mancato di temperamento. Ma la sua lunga carriera non gli ha mai offerto la gioia di primeggiare nel prediletto Tour de France che l'ha avuto grandissimo protagonista, tanto che non è mai riuscito, neppure per un giorno, a indossare la maglia gialla nelle quattordici partecipazioni che pure vanta: 3° nel '62, 8° nel '63, 2° nel '64, 2° nel '65, 3° nel '66, 9° nel '67, ritirato nel '68, 3° nel '69, 7° nel '70, 3° nel '72, ritirato nel '73, 2° nel '74, 19° nel '75 e 3° nel '76. Avrebbe fatto meglio se, come tanti altri campioni, avesse cercato la messa a punto della condizione nel Giro d'Italia, che invece non ha mai disputato. Pochissime, in effetti, sono state le sue presenze nelle corse italiane. Quindici volte al mondiale, è stato 2° nel '74, 3° nel '61, '64, '66; 5° nel '60 e '63.
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