Storia di José Manuel Fuente Lavandera

Le sue non comuni qualità di scalatore facevano il paio con atteggiamenti tattici che avevano dell'assurdo e che, unitamente alla sua assoluta pochezza nelle prove a cronometro, gli sono costati grandi affermazioni sia nel Giro d'Italia che in quello di Francia. Nelle corse a tappe ha infatti concentrato tutto il meglio delle sue possibilità e, pur riuscendo a farsi apprezzare e temere, a dovuto accontentarsi di briciole se si pensa al bottino che sarebbe stato alla sua portata. Clamorosi, soprattutto, i suoi errori nei confronti di un Merckx che ne temeva la spettacolare ed efficace azione in montagna. Uno su tutti: la fuga in pianura contro vento prima di affrontare la ripida ascesa dello Jafferau che avrebbe dovuto consentirgli di battere sonoramente l'asso belga e che, invece, si concluse con un fiasco clamoroso. Prima della vetta, svuotato di energie, venne raggiunto e staccato da Merckx ..... . Al simpaticissimo e popolare "Tarangu" (in Italia molti lo chiamavano "Cico") qualcosa è restato: le due vittorie nella Vuelta ('72 e '74) e quella nel Giro della Svizzera '73 oltre alle 16 tappe vinte (in Italia 9, 3 in Spagna, 2 in Francia, 2 in Svizzera), i sei Gran Premi della Montagna e le 15 maglie rosa.
Non solo il Giro d'Italia con Merckx, ma anche quello di Francia con Ocana nel '73 gli sfuggì inaspettatamente: di fronte al più classico connazionale non trovò la strada giusta per imporsi e si dovette accontentare del terzo posto. Dopo aver concluso la carriera per una grave infezione renale tentò di riavere la licenza, ma non ebbe l'autorizzazione da parte dei medici. Continuò a dedicarsi al ciclismo come organizzatore e direttore sportivo.
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