Breve storia di Mario Vicini

Il Tour de France del '37, dopo il ritiro per caduta di Bartali maglia gialla, gli diede la popolarità che ha accompagnato per il resto della sua carriera. Rimase infatti, soltanto lui, "isolato" sino dalla partenza, a contrastare la vittoria al francese Roger Lapebie: si batte con forza, soprattutto per mantenere il posto d'onore finale che gli dette il primato nella categoria e lo fece tornare in Italia con l'aureola di un eroe che aveva parzialmente compensato la sfortunata performance di Bartali. Tornò al Tour l'anno successivo e lo terminò 6° dopo Bartali, Vervaecke, Cosson, Vissers e Clemens. Corridore solido e regolare, soprattutto molto forte in salita, il "rosso" di Cesena, noto con il nomignolo di "Gaibera", fu protagonista ammirato anche nel Giro d'Italia dove vinse al tappa di Sanremo nel '38, fu 3° dopo Valetti e Bartali nella vibrante edizione del '39, fu 4° nel '40 (dopo Coppi, Mollo e Cottur) dopo essersi imposto in due tappe consecutive a Trieste e a Pieve di Cadore, 7° nel '47. Ma nel dopoguerra non ritrovò più la stessa autorevolezza e forza che gli avevano permesso, fra l'altro, di diventare campione italiano nel '39 (classifica a punti, in tre prove) e di aggiudicarsi un durissimo Giro della Toscana nel '38, il Giro del Lazio nel '39, la Coppa Marin a Pavia nel '40 e il Giro delle Provincie Lombarde nel '41.
A fine carriera è diventato fabbricate di bici che portano il suo nome
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