Deutschland Rundfahrt 1931: Marco Giuntelli, il talento e le avversità

Il Giro di Germania prende il via alle 8 del 4 maggio 1931, quando il giudice di gara Schwartz dà il segnale della partenza: i corridori affrontano un percorso regolare attraverso una campagna lussureggiante.
La squadra italiana, pur essendo al completo, non riesce a tenere testa ai belgi, ai francesi e ai tedeschi, che si alternano al comando. Verso la metà della tappa riprende a piovere: Marco Giuntelli si porta a ridosso dei primi, seguito dagli altri italiani; poco dopo, insieme a molti di loro, è costretto a fermarsi per cambiare la ruota, ma recupera velocemente le posizioni, concludendo la prova a pari merito. Gli sportivi seguono con trepidazione il Giro, sperando di vivere autentiche emozioni e non restano delusi: infatti la seconda tappa è movimentata da una tenace battaglia per i primi posti, tra francesi e belgi, e dalle mutate condizioni del percorso, che si fa arduo per la presenza di salite. Proprio nel momento di affrontarne una, il gruppo di testa formato da Magne, Metze, Buse, Pancera Giuseppe e Giuntelli Marco, viene insidiato da altri corridori, ma riesce a mantenere il vantaggio. A soli 200 metri dal traguardo Marco Giuntelli tenta la fuga, ma è circondato dai tedeschi ed è costretto a desistere; chiude la tappa con un ottimo piazzamento nella parte alta della classifica.
La competizione prosegue con entusiasmo sempre più crescente tra i tifosi che si assiepano lungo le strade per attendere i corridori, i quali danno il meglio di sé sui percorsi acciottolati e impervi, vivacizzando le successive tappe con inseguimenti emozionanti. Nella terza fatica i francesi e i tedeschi ingaggiano una serie di lotte per portarsi al comando, inseguiti da Pancera e da Piccin, ma due fuggitivi riescono a isolarsi e a mantenere il distacco per 40 chilometri.
Pancera è sfortunato perché fora e si ricongiunge al gruppo parecchio tempo dopo. La marcia rallenta: la strada è inghiaiata e polverosa. Ma non appena migliora, il ritmo accellera e i tedeschi ritornano al comando: Piccin e Marco Giuntelli si trovano in coda al gruppo e a 20 chilometri dalla meta si lanciano all'inseguimento, ricuperando velocemente terreno. L'epilogo di questa tappa è complicato da alcune autovetture e motociclette che si mescolano ai corridori, provocando la caduta di alcuni di loro a 300 metri dal traguardo: tra i pochi che riprendono la gara vi è Marco Giuntelli, il quale eroicamente supera la linea d'arrivo con lo stesso tempo dei primi ed è settimo nella classifica generale.
Le avverse condizioni del tempo rendono incerta la tappa Erfurt-Dresda: i francesi Degraeve e Mauclair fuggono ben presto, ma alle loro calcagna si mette il tedesco Tierbach, che li raggiunge rapidamente. Dopo varie forature, di cui è vittima anche Pancera, la gara prosegue con normalità e il gruppo rimonta e rimane compatto: affronta strade rese fangose dalla pioggia dei giorni precedenti e presto si fraziona in due plotoni. Nel primo vi sono Blattman, Magne, Marco Giuntelli, i quali lottano strenuamente fino al traguardo.
Alla partenza della tappa che si concluderà a Berlino vi è una folla sempre più entusiasta ad incitare i concorrenti, che impongono, da subito, alla gara un ritmo vivace, facendo naufragare nel nulla un'offensiva francese.
L'andatura diventa quasi turistica quando il gruppo attraversa chilometri e chilometri di foreste; Marco Giuntelli è costretto a fermarsi per un problema al cerchione e dopo mezz'ora di inseguimento si riunisce ai compagni. Intanto il tempo cambia e un forte vento rende difficile il proseguimento. Marco Giuntelli resta nel gruppo di testa e mantiene la sua posizione fino al traguardo allo Stadio di Berlino.
La tappa successiva, Berlino-Magdeburgo, vede i belgi portarsi al comando, inseguiti dai tedeschi. Il ritmo, dapprima sostenuto, rallenta a causa dell'aumento della temperatura e il gruppo si divide in due compagini, distanti l'una dall'altra; nella seconda vi sono gli italiani. Il ricongiungimento avviene a circa metà percorso: il pubblico assiste a episodi di battaglia spesso interrotti da forature e cadute che coinvolgono anche Marco Giuntelli. I tedeschi riprendono il comando, ma il francese Barthelemy passa in testa e conquista la vittoria. Lo sfortunato Marco Giuntelli però recupera ed è l'unico italiano a classificarsi nella cerchia dei primi.
Nella Magdeburgo-Amburgo non si verificano episodi rilevanti anche se l'andatura è piuttosto vivace. La conclusione è insolita poiché a poche centinaia di metri dal traguardo il pubblico si riversa sul rettilineo selciato, impedendo ai corridori di avere uno spazio sufficiente per l'arrivo in volata.
Il percorso da Amburgo ad Hannover è caratterizzato dal brutto tempo e dalla difficoltà delle strade rese quasi un pantano dalle piogge. Le battaglie avvengono fra i tedeschi e i belgi, mentre i francesi e gli italiani faticano a sferrare l'offensiva. Marco Giuntelli si classifica tra i primi, con Pancera.
La quattordicesima tappa, che avrà come traguardo Colonia, è resa interessante già dalle prime battute dalle azioni dei tedeschi. Il gruppo resta compatto per una quarantina di chilometri, anche se si verificano episodi di fuga: di uno di questi è protagonista Marco Giuntelli. I belgi prendono il comando e lo mantengono fino alla conclusione. Marco Giuntelli, però, non taglierà il traguardo, poiché è vittima di una brutta caduta, e, contuso e sofferente, giunge al controllo con notevole ritardo. Nonostante l'assistenza del medico della squadra, che lo incitava a continuare, egli si ritirerà a causa dei forti dolori.
A Giro concluso, i commenti sulla squadra italiana furono lusinghieri, in particolare su Marco Giuntelli, il quale avrebbe certamente mutato le sorti degli atleti italiani, se non fosse stato notevolmente perseguitato dalla malasorte.
Articolo inviato da: Gli amici degli Indimenticabili fratelli (Piemonte-Lombardia)
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