Evert Dolman

Vincere la medaglia d'Oro olimpica nel ciclismo, a soli diciotto anni, credo rappresenti un record, perlomeno per una prova su strada. Tra l'altro, la gara che valse ad Evert Dolman l'Oro Olimpico di Tokyo '64, era la massacrante "100 chilometri a squadre" (i suoi compagni furono Karstens, Pieters e Zoet), ovvero una disciplina che allo sguardo delle statistiche, ha sempre vissuto su alfieri di grande forza, ma pure con l'evidenza più significativa: è quella che in assoluto ha bruciato più talenti. Evert, dunque, con un'età da juniores, lasciò il segno più illustre, ma la sua carriera dilettantistica non finì lì. Già, perché nello stesso anno, il 1964, vinse il campionato olandese su strada, titolo che confermò anche nella stagione successiva, fra una miriade di vittorie. Nel 1966, a vent'anni, Dolman, conquistò di tutto e di più e, sul circuito del Nurburgring, superando facilmente allo sprint il britannico West (l'unico che aveva saputo tenergli la ruota), si laureò campione mondiale. Dopo tre stagioni leggendarie fra i dilettanti, nel '67 passò professionista, all'interno della squadra più forte d'Olanda, la Televizier. Non fu un anno prodigo di soddisfazioni per Evert, che, comunque, vinse una tappa alla Vuelta di Spagna e si piazzò spesso. Nel '68, con la maglia della belga Smith's, si laureò campione d'Olanda con un'azione tipica del Dolman dilettante, indi colse i traguardi di Goirle e Ulestraten, ma la sua stagione per il resto fu grigia. L'anno successivo tornò in patria, vestendo i colori della WillemII-Gazelle, ma seppur vincendo il GP di Monaco, due tappe del Giro del Lussemburgo e il GP Maarheeze, diede l'impressione di essere abbastanza spento. Nel 1970, s'aggiudicò il Criterium di Kartenhoef e una tappa della Vuelta Andalusia, ma per il resto, pur impegnandosi allo spasimo nelle grandi classiche, non riuscì mai a piazzarsi degnamente. La Mars Flandria, ovvero la squadra belga più forte, assieme alla Faemino di Eddy Merckx, gli diede una nuova chanche nel 1971, ed Evert ripagò la sua nuova squadra, con uno stupendo successo al Giro delle Fiandre, concretizzatosi con un colpo di mano nel finale, pronto a gridare l'antico talento. Il successo in una classica monumento però, non dispiegò le ali di Dolman, il quale vinse ancora a Sittard, pochi giorni dopo quel Fiandre e si spense. Nemmeno il successo nel prologo del Tour de la Loira l'anno successivo, parve risvegliarlo. A fine '73, a soli 27 anni, complici alcuni problemi fisici, lasciò il ciclismo. Poi, il 13 maggio 1993, un arresto cardiaco se lo portò via per sempre. Regale in bicicletta come pochi, finisseur di razza, ha sicuramente pagato gli sforzi troppo pesanti consumati in giovanissima età. Un nobile incompiuto fra i più grandi che i miei occhi abbiano mai visto.

Le sue prestazioni al G.P. Terme di Castrocaro.
Invitato dalla Forti e Liberi all'edizione '67, anche per la sua fama fra gli appassionati romagnoli, fu autore di una corsa penosa conclusa all'ultimo posto fra gli arrivati, a 13'34" dal vincitore Gimondi.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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