Marco Giuntelli, come ricordano i nipoti e gli amici degli indimenticabili

Marco Giuntelli nacque il 16 marzo 1905 a Tonco, paese delle colline astigiane, in provincia di Asti.
Il suo sogno più grande, sin dall'infanzia, fu quello di avere una bici tutta per se, con la quale sfidare i compagni di gioco.
La sua famiglia, ben presto, gliene regalò una e, come si racconta in paese, quel giorno pedalò finché non fu esausto! Alcuni anni più tardi, il giovane Marco si trasferì ad Asti, per aiutare la sorella maggiore nell'attività commerciale, e la bici fu il suo mezzo di trasporto, oltre che strumento di lavoro. Tra una corsa e l'altra, nelle vie cittadine, qualcuno si accorse delle sue doti singolari e gli consigliò di gareggiare.
Spronato da quel suggerimento Marco Giuntelli iniziò l'attività agonistica, agli inizi degli anni '20, come allievo e poi come dilettante, conseguendo buoni risultati e classificandosi al primo posto in alcune competizioni.
L'interesse verso di lui aumentava e sempre più persone lo seguivano, in occasione delle diverse gare alle quali partecipava: divenne, in breve tempo, l'idolo di molti!
Passato al professionismo nel 1925, diede subito dimostrazione del fatto che chi aveva scommesso su di lui, come ciclista con doti, non si era sbagliato: nella Milano-Sanremo dello stesso anno sorprese il grande pubblico amante del ciclismo, opponendo una strenua resistenza, sulla grande salita del Turchino, a corridori del calibro di Brunero e Girardengo; il piazzamento all'ottavo posto fu la giusta ricompensa per la sua ottima prova.
Le sue qualità vennero confermate nella Milano-Modena del 1925, dove conquistò un meritatissimo quarto posto, dopo essere stato in fuga, sulle ripide salite dell'Appennino reggiano, per molto tempo, davanti ad affermati campioni, come Binda e Girardengo.
Da quel momento, ricevette parecchie offerte dalle più grandi società ciclistiche dell'epoca: Bianchi, Dei, Touring, ecc..
In molte gare ebbe al suo fianco il caro fratello Battista e ottenne risultati considerevoli, vincendone alcune. Tra le competizioni più importanti da lui disputate, vale la pena citare il Tour de France del 1930, dove, su un estenuante percorso di circa 5000 km, riuscì a terminare tutte le tappe, sempre con ottimi piazzamenti finali; oltre a lui, raggiunsero il fatidico traguardo solo altri due italiani; il "campionissimo" Learco Guerra, suo grande amico anche nella vita, ed il "mitico" Giuseppe Pancera; il Tour de l'Allemagne del 1931, dove su un totale di 3972 km, si piazzò quinto in due tappe, mentre in alcune arrivò a pari merito con altri concorrenti: purtroppo, alla 14ma tappa, quasi sul finale, fu costretto a ritirarsi per una caduta; sette Giri d'Italia in cui, in molte tappe, conseguì piazzamenti onorevoli: ad esempio quello del 1929, quando si classificò al ventesimo posto, su una rosa di 166 corridori alla partenza, e quello del 1933, in cui arrivò al sedicesimo posto su 100 partecipanti effettivi.
Era diventato ormai un campione, che aveva fatto breccia nel cuore dei tanti tifosi che lo seguivano da tempo e gli avevano pure affibbiato un soprannome, "il Toro", per la sua notevole potenza muscolare, che gli permetteva di avere grandi scatti in salita.
Ancora oggi negli ambienti ciclistici, Marco Giuntelli, viene ricordato come un grande di quei tempi.
Concluse le lunghe "fughe" della carriera sportiva e dopo aver gareggiato anche in Francia, dove visse per alcuni anni con il fratello, ritornò ad Asti ed aprì un negozio di cicli nel centro: qui, oltre a vendere uno storico marchio, quale Frejus, iniziò la produzione di bici recanti il marchio Giuntelli con il fratello maggiore Battista.
Sebbene siano trascorsi più di quarant'anni dalla sua prematura scomparsa, vale la pena ricordare che attualmente si trovano ancora bici con il suo glorioso nome e che si parla di lui negli ambienti dove si ricorda il "Grande" ciclismo ed in alcuni siti internet, dedicati a questo magnifico sport.
Articolo inviato da: Gli amici degli Indimenticabili fratelli (Piemonte-Lombardia)
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy