Mauro Landini e la Rinascita Ravenna

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Mauro Landini nasce ad Argenta(Fe) nel 1948. Un ragazzo dolce, sorridente, e l'accento di "Fràra" lo rendeva ancor più simpatico. Era incapace di fare male ad una mosca, ma in bicicletta si trasformava fino a diventare un "Super Landini", come quei famosi trattori. Si presentò alla Rinascita abbastanza maturo, ma trovò l'ambiente più confacente per vivere un'attività nuova tanto da convincersi che con i mezzi che possedeva avrebbe potuto puntare in alto. Così avvenne e in due stagioni (1970-1971) conquistò 12 vittorie, alcune di esse di gran peso: Coppa Valli ad Arezzo; Trofeo Minardi, Coppa Varignana, tutte le 16 crono in coppia con Tonoli senza perderne una sola. Fra queste resta memorabile quella a Piacenza dove, contro i passisti lombardi tra cui la coppia favorita guidata dal forte e famoso De Piazza, il nostro formidabile tandem, come due meravigliosi cavalli, schiacciò tutti gli ambiziosi senza pietà. Che divertimento quella volta con tutti i rinascitini più pazzi di loro! Successivamente conquistò il titolo regionale crono a squadre e, infine, nella stessa specialità, il tricolore con la vittoria nella Coppa Italia in terzetto con Tonoli e Zamagni. Con queste prove all'attivo e la presenza del Gigante Buono, Giovanni Tonoli, i dirigenti della Rinascita ritennero di possedere la coppia adatta per mirare alla vittoria nel famoso Trofeo Baracchi per Dilettanti. La verità vera è che Tonoli, che quella gara la conosceva bene disse, sia pure con tutte le cautele dato che tanto amava Landini, che il "Baracchi" non era paragonabile ad altre crono a coppie che insieme avevano largamente vinto. La corsa era lunghissima, piena di insidie e già da tempo altri cronomann di classe si allenavano sul percorso e probabilmente, Tonoli pensava da tempo di fare coppia con uno di questi, ma non alimentò alcuna discussione eseguendo la volontà della Società. Tonoli ebbe ragione, infatti, la loro prova risultò al di sotto delle attese. Landini, con quello che aveva fatto vedere, attirò l'attenzione di Luciano Pezzi che gli aprì le porte della Dreher per il passaggio a professionista e nelle due stagioni 1973 - 1974 ebbe modo di esprimere un ottimo rendimento. Purtroppo, come capitò a Malagutti, il Giro d'Italia del 1973, gli fu avverso: nella seconda tappa Formia - Pompei, fu coinvolto in una caduta rovinosa e si ricorda che in televisione venne inquadrato per lungo tempo raggomitolato sull'asfalto, immoto e sofferente. Che gran spavento per quelli della Rinascita e naturalmente i suoi famigliari! Nonostante varie fratture risalì in bici e, con l'aiuto dei colleghi Lanzafame, Dalla Bona e Dominoni proseguì fino al traguardo portando a termine la tappa, poi le ingessature e, suo malgrado, gli fu consegnato il biglietto di ritorno al suo paese, Traghetto di Argenta. Nel 1974 passò alla Magniflex, ancora alla corte di capitan Zilioli, Basso e Dancelli. Nel 1975, sempre con alla ruota gli stessi campioni, gli fu offerto un contratto dalla Furzi Vibor, ma fu la sua stagione più breve, anzi neanche cominciata, perché mentre si trovava in ritiro di preparazione in riviera venne a sapere che il suo comune, Argenta, aveva indetto un concorso per alcuni posti da vigile urbano. Landini, da buon ferrarese, accorto e pragmatico, vi fece un pensierino, piantò la compagnia con tanti auguri, ritornò ad Argenta, partecipò al concorso ed ebbe il posto. Mauro amava il ciclismo in senso completo, ma ritenne che fosse giunto il momento di mettere il "carro all'ombra" seguendo il motto: "meglio la divisa di Vigile urbano oggi che la maglia iridata quando non si sa...". Così terminò la sua carriera ciclistica che avrebbe continuato ad onorare come tanti altri. Ecco Mauro "Capeloni" ad Argenta passare dalla bici alla moto, ma sempre sorridente, gioviale, disponibile, anche se con il libretto delle contravvenzioni a portata di mano. Concilia...?
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