Rodolfo Castagnoli e la Rinascita Ravenna

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Rodolfo Castagnoli nel 1951 iniziò a pedalare con la Rinascita per rimanervi quattro stagioni, due come Allievo e due come Dilettante. Cominciò l'attività portando il soprannome "Badò" che non solo gli rimarrà appiccicato, ma nel corso della sua attività ciclistica assumerà maggiore eco e diverrà primo nome di identificazione. Un ragazzone ben tosto, dotato di mezzi fisici notevoli che usò senza risparmio e non sempre in modo razionale. Fece della sua forza l'arma competitiva e anche vincente, insomma, un soggetto tipico al quale si attagliava il vecchio detto: "Le tue gambe e la mia testa". Un uomo battagliero fino allo spasimo, un duro, difficile da piegare, sempre pronto alla battaglia, ma in non pochi casi pagò salato la sua foga a vantaggio di corridori con maggiore senso tattico, che seppero utilizzare le sue qualità di uomo di rottura fino al punto giusto, per poi superarlo. Ciò nonostante vinse corse importantissime, fu dunque forte, ma in qualche caso manifestava anche una certa fragilità di carattere. Si pensi che vinse il Gp della Cooperazione battendo allo sprint un velocista di grande levatura quale il ferrarese Zucconelli che fu anche campione d'Italia. In quell'occasione Zucconelli, digerì male la sconfitta e giurò a Castagnoli che alla prima occasione glie l'avrebbe suonata. L'occasione della sfida avvenne in una kermesse a Cotignola e il ferrarese ricordò di nuovo a Castagnoli che gli avrebbe dato la paga: non gli importava vincere, ma arrivare davanti a lui. Margotti, di fronte a tanta minaccia, disse a Castagnoli: "Cos'avòl clu chi là ? Resta alla mia ruota e scatta al momento giusto". Finale incandescente, tutti in fila per la volata: Zucconelli in 3a posizione, Margotti alla sua ruota poi Castagnoli. Negli ultimi 200 metri, Margotti aspettava lo scatto di Castagnoli, Zucconelli arrivò secondo e Margotti terzo, mentre a Badò si piegarono le gambe per cui rimase disperso. L'attività di Castagnoli resta un punto fermo del ciclismo romagnolo e, nonostante i piccoli rilievi che meritano le sue eccessivamente generose condotte in gara, seppe imporsi a spese di avversari di gran calibro. Portò alla Rinascita 14 vittorie ottenute nelle due categorie che praticò. Il suo palmarès però, diventò ben più consistente nelle tre stagioni (1955-1957) con i colori del Pedale Ravennate.
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