Storia di Carlo Rovida

Uno dei più simpatici corridori del gruppo; professionista senza impegno, servizievole con tutti, sempre pronto alla battuta umoristica e al gesto clownesco. Accanito cacciatore di traguardi intermedi, come Corrieri e Malabrocca, gli accadeva spesso di arrivare trafelato a uno striscione su cui non era scritto traguardo, ma "Viva Guerra, il locomotore" o "Viva Binda, signore della montagna", ed era il primo a riderne.
Quando una macchina del seguito s'arrestava in panne con il radiatore fumante, chiedeva con bel garbo ai giornalisti se potevano cuocergli un paio d'uova sode. Per battere in breccia la superstizione dei numeri, sudò sette camicie nel Giro 1929 per arrivare 13°, e in quello del 1933 per arrivare 17°. Lo chiamavano "el matt". La vittoria di cui andava più fiero era quella da lui riportata fra i "pulcini" nella Milano-Cappelletta 1925. Portò a termine 6 Giri d'Italia.
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