Storia di Eberardo Pavesi

Pur non avendo ottenuto moltissime vittorie, sapeva destreggiarsi in ogni situazione: tenace, grande tattico, astuto e soprattutto intelligente, "vedeva" la corsa meglio di ogni altro e ne intuiva i momenti decisivi, suggerendo ai compagni (su tutti Ganna e Galetti con i quali costituiva il celebre terzetto dei "moschettieri") le strategie vincenti. Diplomatico ma anche risoluto era stimatissimo dai colleghi che spesso ne fecero il paladino dei loro diritti.
Iniziò la vita sportiva nel 1901 come corridore dilettante. Passò professionista nel 1904 e conseguì subito risultati apprezzabili. Due le vittorie del 1904 con il Giro del Lago di Como e la Pavia-Bologna di km. 200 nella quale si aggiudicò tutti i premi consistenti in medaglie d'oro offerti dai Comuni delle grandi città sedi di traguardi volanti. Purtroppo però nessuno dei citati premi vennero effettivamente consegnati grazie all'inaffidabilità della società milanese organizzatrice della manifestazione. Nel 1905 vinse la Roma-Napoli-Roma (km 460 in una sola tappa) e nel 1906 si aggiudicò il circuito di Brescia sul percorso della gara automobilistica. Nel 1907 fu il primo italiano che portò a termine il Giro di Francia classificandosi 6° assoluto, terzo nella categoria macchine punzonate e primo dei diseredati. Trionfò quindi in un Giro del Lario in cui si dovevano percorrere i tratti Argegno-Cadenabbia e Dongo-Rezzonigo a piedi con la bicicletta a mano per la mancanza di strade costiere carreggiabili. Partecipò nel 1909 al suo primo Giro d'Italia e vinse quello del 1912 a squadre con l'Atala (Galetti e Micheletto) piazzandosi secondo individualmente. Nel 1910 e 1913 tagliò vittorioso il traguardo in diverse tappe (4 vittorie in tutto), conquistando sempre il posto d'onore nella classifica finale. Nel 1909 si aggiudicò la prima edizione del Giro dell'Emilia. Fu infine detentore del record italiano dell'ora a Pavia prima e poi a Milano.
Dopo aver cessato l'attività agonistica alla fine del 1919 diventa subito direttore sportivo: un anno con la Bianchi e dal 1921 venne assunto dalla Legnano dove rimarra fino al 1966. In oltre quarant'anni di ininterrotta attività riuscì a valorizzare e guidare vari campioni di classe internazionale portandoli a conseguire successi invidiabili. In ordine di tempo si sono affermati sotto la sua guida i seguenti corridori: Brunero, Giorgetti F., Sivocci, Linari, Enrici, Girardengo, Belloni, Binda Alfredo, Marchisio, Bartali, Favalli, Ricci, Coppi, Leoni, Soldani, Petrucci, Albani, Benedetti, Fornara, Scudellaro, De Filippis, Nencini, Baldini, Pambianco, Battistini, Massignan.
Interrogato sul perché venisse chiamato "l'avvocat" lo stesso Pavesi ha riferito che, allorchè era ancora corridore, dovette sostenere con i suoi compagni di squadra una causa giudiziaria per riscuotere i premi guadagnati in un Giro d'Italia. Sconfitto in Tribunale, insistette col suo avvocato per ricorrere in Appello suggerendo alcuni particolari tecnici inerenti lo svolgimento della gara. Tale consiglio fu di grande efficacia nel ricorso il cui esito fu favorevole, così che tutti poterono incassare i premi. Da quel giorno fu soprannominato "l'avocatt".
Articolo inviato da: Paolo Mannini (Firenze)
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