Storia di Felice Peli

Felice Peli nato a Sarezzo l'11 novembre 1889 rimarrà nella storia per essere stato il primo iscritto al primo Giro d'Italia. Ecco come si svolsero i fatti. Il 7 agosto 1908 il giornale sportivo "La Gazzetta dello Sport" annunciò in prima pagina la programmazione del primo giro d'Italia, riservato ai corridori in bicicletta. La competizione si sarebbe svolta l'anno successivo. Già da sei anni in Francia si correva il Tour de France. Venne disputato per la prima volta nel 1903 ed a vincerlo fu proprio un italiano naturalizzato francese: Maurizio Garin, un giovane di 20 anni. Il suo trionfo fece diffondere velocemente anche in Italia la passione per lo sport della bicicletta; si arrivò così a varare il giro di Lombardia nel 1905 e la Milano-Sanremo nel 1907. A Zanano in via S. Martino un giovane ragazzo di diciannove anni, Felice Peli, innamorato della bicicletta, macinava chilometri e chilometri lungo le strade sterrate (allora non trafficate) della Valtrompia, allenandosi duramente, accarezzando un sogno: fare il corridore. Ci metteva tutto il suo impegno, la sua tenacia, la sua ferrea volontà per sfondare. Non smise di fare il garzone di salumeria, ma all'alba e di sera correva in bicicletta più che poteva, ogni giorno percorrendo e ripercorrendo le strade dell'alta Valtrompia. Fu su queste strade che si perfezionò come corridore. Cominciò a partecipare alle prime corse per dilettanti. Si piazzò ai primi posti diverse volte, questo triumplino taciturno che preferiva pedalare piuttosto che parlare, deciso a fare il gran salto: iscriversi al giro d'Italia. Fu così che, appena furono aperte le iscrizioni alla manifestazione sportiva, il primo a presentarsi fu proprio Felice Peli. La sua decisione fu premiata per l'occasione con una medaglia d'oro donatagli dal comitato organizzatore. Il merito maggiore di questo ragazzotto di Zanano fu quello di partecipare all'impegnativa corsa a tappe senza il patrocinio di una casa ciclistica. Si presentò all'appuntamento sportivo da solo, da isolato, senza assistenza. Il primo Giro d'Italia partì il 13 maggio 1909 alle ore 2.53 del mattino dal rondò di Loreto a Milano. Le tappe programmate furono otto per un totale di 2.448 chilometri ed al nastro di partenza si presentarono, oltre a Felice Peli che aveva il numero uno, altri 126 concorrenti. Data la notevole lunghezza di ogni singola frazione, le tappe furono disposte a intervalli di un paio di giorni circa l'una dall'altra. La prima tappa, Milano-Bologna di km 397, si svolse quel 13/5/1909. La "Gazzetta dello Sport" riportò le vicende della corsa: "A Brescia, il km. 102, numerosi cittadini attendevano alle barriere di Porta Milano, p.ta Stazione, p.ta Cremona e viale Venezia il passaggio dei ciclisti. Qui non doveva esserci nessun controllo, perciò nelle località citate non vi erano che i rifornimenti delle varie case costruttrici di biciclette. Alle ore 6.15 l'automobile della stampa e quindi quella della giuria che ha seguito la corsa fino a Coccaglio annuncia che il primo gruppo di corridori è a Rovato. Arriva pure una vettura della Bianchi. Il primo gruppo venne avvistato sullo stradale di Borgo S.Giovanni alle 6.30 precise. Sono in testa Cuniolo, Peli (di Brescia), Canepari ed altri, circa 40". Nella seconda tappa Bologna-Chieti di km 379, svoltasi tre giorni dopo, il 16/05/09, Felice Peli fu segnalato tra i protagonisti, sempre in testa a fare l'andatura. Ed anche nella terza tappa Chieti-Napoli di km 243, svoltasi il 18/05/09, Felice Peli era sempre davanti al gruppo pronto a scattare con continue accelerazioni o a fare allunghi. Il 20/05/09 il Giro d'Italia da Napoli arrivò a Roma, km 228. La "Gazzetta dello Sport" scrisse: "Sulla via di Roma. Alle 7.00 tutti i corridori sono pronti. Non si è presentato Danesi. I partenti sono 71. Alle 7.30 i corridori vengono disposti in file di quattro. Nella prima fila da destra a sinistra: Chiodi, Gerbi, Molina e Peli". Le informazioni sul ciclista di Zanano arrivavano a parenti ed amici a Zanano il giorno dopo. Le notizie della corsa pervenivano in giornata a Milano, attraverso dispacci telegrafici che l'organizzazione appendeva dentro le vetrine espositive della Lancia in p.zza Castello. Già alla prima edizione il giro d'Italia conseguì un successo strepitoso. L'arrivo dei ciclisti richiamò tanta folla da imporre la presenza di uno squadrone di lancieri di Novara per il servizio d'ordine. I corridori disputarono le volate affiancati dalla cavalleria. Oltre alle case ciclistiche costruttrici, fu presente anche la Fiat che si apprestò a lanciare "la bicicletta del popolo". Nell'affrontare le cime appenniniche il 23/05/09 nella 5° tappa Roma-Firenze di ben 347 km, Felice Peli, da buon valligiano, andò in testa, si involò. Dalla cima si tuffò poi nella discesa ma, mentre si trovava nelle prime posizioni del gruppo, perse l'equilibrio in una curva, cadde rovinosamente a terra, procurandosi una ferita al ginocchio. Rimontò sulla bicicletta, diede un paio di pedalate e si lasciò portare dalla discesa. Terminò comunque la tappa tra i primi. La "Gazzetta dello Sport" anche in quest'occasione riportò la cronaca: "Sulle montagne russe. Dopo Capua, troviamo Magnini in testa, a due chilometri appresso Tomarelli. Ad un chilometro Carena e Milano proseguono di conserva come due buoni amici, quindi troviamo Zavatti. Peli (quindi 6°) in una discesa si è ferito ad un ginocchio e pedala con una gamba sola". Stoicamente il 25/05/09 il nostro ripartì per la sesta tappa Firenze-Genova di km 294, ma ben presto le sue condizioni fisiche gli impedirono di continuare la corsa, costringendolo al ritiro. La Gazzetta dello Sport salutò il suo ritiro con queste parole "Tre forti, tre buoni dilettanti che avevano affrontato il giro d'Italia con passione ed entusiasmo sono stati eliminati dalla sfortuna. Sanna, Bertarelli e Peli, quest'ultimo ha avuto una sequela di incidenti che lo hanno messo fuori gara, quando questa presentava ancora ottime speranze. Ai tre sfortunati il plauso degli sportsmen e buona fortuna per l'avvenire". Per dovere di cronaca la corsa fu vinta da Luigi Ganna (Atala) secondo Galetti (Bianchi) e terzo Rossignoli (Bianchi). Determinante si rilevò l'assistenza delle squadre ciclistiche, costruttrici di biciclette. Il primo giro d'Italia, visto il grande successo, sancì la fine dell'epopea del ciclismo, come sport romantico e l'inizio della presenza dell'industria. Felice Peli, conclusa degnamente l'esperienza al Giro d'Italia, si curò i postumi delle ferite riportate. Nonostante avesse in animo di ritentare la partecipazione alla grande corsa a tappe, la mancanza dell'assistenza di una casa ciclistica gli impedì di iscriversi alle edizioni successive. Partecipò intensamente alle corse ciclistiche in Provincia, a volte nella stessa giornata, gareggiò in due corse diverse, spostandosi da un luogo all'altro della partenza sempre con la stessa bicicletta. Chi lo conobbe, lo descrisse dotato di un corpo muscoloso, adatto a correre in bicicletta grazie ad una leggendaria capacità di sofferenza agli sforzi (si diceva che il suo cuore avesse meno di quaranta battiti al minuto, a riposo), quasi paragonabile a quella di Fausto Coppi. Rimase anche in età matura un grande appassionato della bicicletta: i più anziani ancora adesso lo ricordano mentre percorreva le strade dei paesi in bicicletta, quando non era impegnato al lavoro, nella propria salumeria a Zanano in via S.Martino. A più di sessant'anni si cimentava ancora in sella alla sua bicicletta pigiando i pedali lungo le salite della bassa Valtrompia. Spesso lo si vedeva pedalare col vigore di un ragazzino sulla strada assai ripida della Forcella di Gussago, dove si recava sovente a visitare il fratello don Fortunato, allora arciprete a Sale di Gussago. Morì a Zanano il 1° luglio 1956 nella medesima abitazione dove era sempre vissuto in Via S.Martino.
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