Storia di un campione ..... Charly Gaul

Charlie Gaul, definito "l'angelo della montagna" per il suo modo composto di affrontare i dislivelli più difficili, "en danseus", in piedi sui pedali, è stato dal 1953 al 1963 il re degli scalatori, riuscendo a conquistare le più importanti corse a tappe grazie a vittorie epiche.
Nato nel 1932 in Lussemburgo, in gioventù lavora come salumiere finché non è in grado di mantenersi con il ciclismo. Tra i dilettanti si mette in luce vincendo il Giro dei Dodici Cantoni nel 1951 e la Freccia del Sud nel 1951 e 1953, anno in cui fa il suo esordio come professionista.
I risultati non tardano a giungere e il giovane lussemburghese nel 1954 trionfa nel Circuito delle Sei Province e si piazza terzo nel Campionato mondiale di Solingen, ostacolato da uno scontro con Fausto Coppi. Da qui si origina la rivalità con il francese Louis Bobet, vincitore della maglia iridata, che lo relega nuovamente al gradino più basso del podio nel Tour de France dell'anno successivo, quando Gaul veste però la maglia di miglior scalatore. Il simbolo di re della montagna è suo in carriera per due volte sia nella corsa a tappe francese (1955-56) che nel Giro d'Italia (1956, 1959).
Gaul è dotato di un fisico tagliato per la salita e possiede una straordinaria abilità a giocare con i rapporti agili: sono queste le doti che gli procurano il soprannome di "angelo della montagna". Le sue più grandi vittorie nelle corse a tappe sono segnate da imprese mitiche, come quella compiuta l'8 giugno del 1956, nella tappa del Giro d'Italia con arrivo al Bondone. Dopo le deludenti prestazioni nelle frazioni precedenti, Gaul si ritrova in venticinquesima posizione in classifica generale, con un ritardo di quasi 17 minuti dal leader Fornara. Nonostante la lunghezza della tappa (242 km) e le pessime condizioni atmosferiche, Gaul attacca già dal primo dei quattro Gran Premi della montagna e giunge al traguardo in mezzo alla bufera con un vantaggio di 7'44" sulla maglia rosa. Learco Guerra, il responsabile della sua squadra definisce l'impresa del lussemburghese come "Il capolavoro di un autentico campione". Gaul vince così, a soli 23 anni, il suo primo Giro d'Italia. Bissa poi il successo tre stagioni dopo, con un altro attacco che mette in crisi il francese Jaques Anquetil nella frazione con il Piccolo e il Gran San Bernardo.
Nel 1958 Gaul si presenta al Tour de France nella formazione dell'Olanda-Lussemburgo e dimostra di poter battere i propri avversari, tra cui lo scalatore spagnolo Federico Bahamontes e lo specialista francese Jaques Anquetil , anche a cronometro. Domina infatti tutte e tre le tappe contro il tempo oltre a compiere un'altra impresa nella ventesima frazione, Briançon - Aix-les-Bain. Quando è ormai dato per spacciato dopo il crollo sull'Izoard, infatti, in una giornata dal clima invernale e con ben sei montagne da scalare, si impone con una fuga a lunga gittata, fiaccando la resistenza degli avversari. Conquista così la sua unica maglia gialla. Il palmares di Gaul è carente nelle grandi classiche, ma è arricchito da ben sei vittorie nel campionato nazionale e da tre Giri del Lussemburgo. "L'angelo della montagna", dopo aver conquistato un altro terzo posto alla Grand Boucle nel 1961, smette una prima volta di correre nel 1963, per tornare nuovamente a pedalare nel 1965, ma l'assenza di risultati lo spinge al ritiro definitivo.
Per più di trent'anni Charly Gaul ha fatto perdere le sue tracce. Ha gestito una birreria, ma con risultati disastrosi, e ha avuto problemi con l'alcool. Uscito dal periodo buio in cui era caduto, da diversi anni lavora, per incarico del ministro dello sport, al Museo dello sport lussemburghese.
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