Addio a Walter Almaviva, l'amico di Coppi

10 novembre 2015

Il ciclismo nostrano perde un altro dei suoi pionieri. Si è spento ieri mattina all'ospedale di Alessandria Walter Almaviva, che gareggiò tra i professionisti dal 1958 al 1961. Non aveva ancora compiuto 82 anni, essendo nato il 1° dicembre 1933 a Vignole Borbera, dove tuttora abitava con la moglie Maria Luisa. Nel corso della sua carriera legò il suo nome a quello di entrambi i Campionissimi.

Nel 1952, al debutto fra i dilettanti, sotto gli occhi di Fausto Coppi, Walter vinse infatti la prima Milano-Castellania, organizzata per celebrare il ricordo di Serse a un anno dalla tragica morte. Ma nel 1958 il suo esordio tra i professionisti avvenne nella Calì-Broni-Girardengo, guidata dal vecchio Costante. Nonostante i buoni risultati (Walter vinse la tappa di Casciana Terme del Giro dei due Mari), l'anno dopo Girardengo sciolse la squadra quando la stagione era ormai alle porte e solo grazie all'amicizia con Coppi Almaviva poté gareggiare come aggregato alla Tricofilina, la squadra di Fausto.

Tra i suoi piazzamenti spicca il 2° posto nel Giro dell'Appennino, battuto per un soffio in volata dal toscano Ciampi della Bianchi. "In realtà - sosteneva Almaviva - quel giorno vinsi io, per alcuni centimetri. Ma correvo da isolato e non c'era nessuno che potesse far valere le mie ragioni. Il Direttore sportivo della Bianchi, Pinella De Grandi, mi convinse a non fare reclamo, e in cambio l'anno successivo mi ingaggiò nella sua squadra...".
In realtà il buon Walter nel 1960 avrebbe dovuto difendere i colori di una inedita squadra francese sponsorizzata in parte proprio da Coppi. Ma l'improvvisa morte di Fausto fece tramontare la trattativa. Nel '61, a causa di un drammatico incidente stradale in motocicletta, Almaviva dovette dare l'addio alla bici, all'età di soli 28 anni. Ma lo si vedeva spesso nell'ambiente del ciclismo, dove aveva ancora tanti amici che ora piangono la sua scomparsa. I funerali si svolgeranno domani alle 15,30 nella parrocchia di Vignole Borbera.

Da La Stampa edizione di Alessandria, Franco Bocca
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