Giancarlo Gentina

Nato a Parruzzaro (Novara) il 2 gennaio 1939. Passista veloce, alto 1,75 m. per 72 kg. Professionista dal 1960 al 1966, senza ottenere vittorie.
Un corridore da prendere ad esempio di quanto il ciclismo in tempi lontani, ma non preistorici, per l'ottica di troppi odierni osservatori, fosse veramente uno sport di sacrificio e dove talune velleità erano pressoché impossibili.....addirittura da pensare. Gentina s'è fatto gregario acquaiolo, ha lasciato per strada il suo spunto veloce, per diventare faticatore d'ogni percorso, quindi anche da salita. Uno come lui oggi sarebbe un tipo capace di vincere diverse corse. Naturalmente non ci sono prove, ma chi scrive ne è profondamente convinto.
Si segnalò nel 1957 quando giunse 4°, a Biella, ai Campionati Italiani allievi. E questo ragazzo dal fisico compatto, ardimentoso come pochi, nonché veloce, soprattutto su volate non affollate, nel 1958 passò fra i dilettanti in seno all'Unione Sportiva Vallese, distinguendosi subito per una serie di buoni piazzamenti. L'anno seguente, divenne un gran vincente. Fra i suoi successi, di nota il GP Vallese, la Gran Coppa Vallestrona e il Trofeo Angelo Motta. A fine anno, non essendo P.O. poté accettare le proposte del professionismo approdando alla San Pellegrino. I tempi di passaggio giusti e giusta pure la squadra, che aveva in Bartali il nocchiero e dove avrebbe dovuto correre Coppi. Il 1960 del giovane Gentina fu positivo, sia per quei piazzamenti che poi diverranno una costante della sua carriera e sia per la grande disponibilità a lavorare per la squadra. Iniziò col 10° posto nella tappa di Avignone della Parigi-Nizza, 6° nella Milano Mantova, 5° nella prima tappa del Giro d'Italia che si concludeva a Napoli, 8° in quella di Treviso e 73° a fine Giro. Indi 5° nel Circuito di Maggiora e 15° nella Coppa Sabatini. A fine anno lo squadrone Ignis, lo volle con sé e lo dirottò per la stagione '61 alla consorella Fides. Qui si dimostrò gran gregario, anche se non poté concludere il Giro d'Italia del Centenario, vinto dal capitano Pambianco. Nell'anno, i suoi migliori piazzamenti furono il 4° posto nella Coppa Sabatini, l'8° nel Giro dell'Appennino e nel Circuito Maggiora, il 9° nel GP Industria di Quarrata ed il 10° nella tappa di Termoli alla Tre Giorni del Sud. Nel '62 passò alla Carpano e partecipò per la prima volta al Tour de France, dove corse alla grande fino all'indisposizione che lo costrinse al ritiro nel corso della diciottesima tappa. Arrivò infatti 6° nella 10a tappa, 13° nell'11a, 7° nella 15a e 5° nella 16a. In Svizzera, fu 3° nel Giro dei 4 Cantoni, mentre in Italia, fu 10° a Maggiora e 15° al Giro di Toscana. La stagione 1963 sancì quanto Gentina fosse affidabile. Partecipò sia al Giro che al Tour. Nella Corsa Rosa, lavorando per il capitano Balmamion, che poi la vinse, trovò modo di piazzarsi 7° nella tappa di Viterbo, lunga ben 263 chilometri, dopo essersi fermato per cinque volte a fare rifornimento d'acqua per il capitano e per i possibili vincitori di tappa Defilippis, Bariviera e Bailetti; fu 9° il giorno dopo ad Arezzo e 4° nella ventesima tappa che si chiudeva a Lumezzane. Chiuse quel Giro al 36° posto. Al Tour, lavorò come sempre finendo due volte 15° di tappa, prima di non partire per la 12a frazione. Nel '64 Balmamion lo volle con sé alla Cynar. Chiuse il Giro d'Italia 60° e partecipò al Tour di Lussemburgo, dove si classificò 3° nella tappa di Grevenmacher e chiuse la manifestazione al 13° posto. In Italia fu poi 5° a Maggiora, 9° nella Coppa Sabatini e nel GP di Borgosesia. Nel 1965 chiuse la carriera correndo nella neonata Sanson, squadra nella quale confluirono gli ex Carpano, ed i fedelissimi di Balmamion alla Cynar. Giancarlo terminò il Giro 41°, fu 9° a Maggiora e 11° nella Coppa Bernocchi. A fine stagione la Sanson lo avrebbe confermato anche per il '66, ma Giancarlo preferì chiudere con l'agonismo.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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