Charles Miller

Charles Miller nasce in Germania come Klaus Muller. Non si sa quando sia emigrato dalla Turingia negli Stati Uniti e neanche quando abbia iniziato a pedalare.
Comunque Charles Miller diventa professionista abbastanza giovane, nel 1897, a 22 anni, e lo rimarrà fino al 1901.
Appena quattro anni, pochi forse, ma abbastanza per regalarsi diverse soddisfazioni.
Charles è da subito un grande protagonista delle Sei Giorni. Nel 1897 vince a New York, è secondo a Chicago e terzo a Detroit. A New York, dopo aver percorso 3.229 km e sbaragliato 37 concorrenti, Charly vince un premio di 1.500 dollari.
Tanto, veramente tanto a quel tempo.
Charles Miller non si ferma più. Nel 1898 ripete il successo di New York e vince a Houston. Nel 1899 vince l'individuale di San Francisco e ancora una volta vince a New York, quest'ultima però corsa secondo nuove regole. Michael C. Murphy, l'eroe un po' confuso della Guerra Civile americana, fallito il tentativo di impedirne lo svolgimento, era invece riuscito a far adottare un nuovo regolamento che cambiava radicalmente la corsa. Non più partecipazione individuale, ma obbligo di partecipazione in coppia e divieto per ogni ciclista di correre più di dodici ore consecutive.
In pratica quasi un'altra corsa. Le regole cambiano, ma per la voglia di vincere di Charles Miller non cambia nulla.
Nel 1899 il suo compagno di vittoria è Frank Waller. Di ben 16 anni più grande e anche lui tedesco naturalizzato americano, primo alle individuali di Washington e Pittsburgh nel 1894 e ancora di Washington del 1896, gambe toste anche quelle di Frank Waller.
Nel 1900 Charles Miller si iscrive a New York in coppia con Robert "Bobby" Walthour, ma un malessere di stomaco lo costringe presto al ritiro. Peccato. Bobby Walthour, il cosiddetto pirata nero, è uno dei ciclisti più forti del tempo e nei due anni successivi la Sei Giorni di New York è sua.
Nelle gambe di Charles Miller c'è anche strada, però.
Nel 1901 Charly attraversa l'Oceano e va a correre la seconda edizione della Parigi-Brest-Parigi, gara con cadenza allora decennale organizzata dal Petit Journal.
Tra i 113 concorrenti lui è l'unico americano e tale rimarrà per decenni.
1.200 i chilometri della Parigi-Brest-Parigi, corsa dura oggi, immaginate quanto poteva esserlo nel 1901.
Charles Miller la corre da solo, senza assistenza, costretto persino a farsi prestare una bicicletta di fortuna a 350 chilometri dal traguardo, quando la sua lo abbandona senza
Nonostante tutto arriva quinto in 56 ore e 40 minuti. Davanti a lui tre francesi e uno svizzero, ma è Charly che con 1 minuto e 26 fa segnare il miglior tempo sull'ultimo chilometro.
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