La Biella-Oropa non è fatta per mezze figure - il savonese Ettore Marenco sulle orme di Astrua

LA BIELLA-OROPA NON E' FATTA PER MEZZE FIGURE

IL SAVONESE MARENCO SULLE ORME DI ASTRUA

La Biella-Oropa "classicissima della salita", non è certo gara alla portata di tutti: è sufficiente dare un'occhiata al libro d'oro della competizione per averne la prova. Accanto al nome del primatista di vittorie quel Corrado Sola che per ben cinque volte riuscì a giungere primo sul vialone del bel Santuario, figurano,infatti quelli di uomini dalla classe indiscutibile come Giordano Cottur, Giancarlo Astrua, Pasquale Fornara e Giuseppe Buratti. Parecchi dunque di coloro che sulle rampe di Oropa si provarono,e vinsero, sono diventati "qualcuno" nel mondo ciclistico nazionale. Anche il vincitore di questo anno ETTORE MARENCO (classe 1933, nato a Sassello in provincia di Savona) ci è apparso come elemento non solo degno di ben figurare, ora accanto ai nomi dei suoi illustri predecessori, ma anche in grado di imitarne, nel futuro, le gesta in competizioni che non siano riservate ai soli specialisti della montagna. Basti a suffragio delle nostre convinzioni, riandare alle vicende della breve ma estenuante fatica che domenica scorsa è culminata nella conquista da parte del savonese non solo del primo posto ma del record della competizione. ETTORE MARENCO sapeva di essere il favorito numero uno, ruolo che gli spettava di diritto e per le sue ben note qualità, e per l'esperienza (fu secondo nel '52 e '53) che del percorso poteva vantare; sicché senza la minima incertezza si assunse tutte le sue responsabilità. Dal primo all'ultimo degli 11.032 metri egli fu al comando delle operazioni, imprimendo alla corsa quel ritmo veramente eccezionale che come logico effetto portò all'abbassamento di quel primato che Vignono riuscì a stabilire l'anno scorso, battendo proprio Marenco. Dunque al termine di una lotta senza quartiere. Marenco, invece, è riuscito nella sua impresa senza essere minimamente impegnato:vi é riuscito soltanto ed esclusivamente in virtù del suo mordente,della sua forza di volontà al servizio,come detto,di indubbie doti fisico-stilistiche che ne fanno principalmente un "camoscio". Qualità questa che egli ha quest'anno ampiamente messo in mostra vincendo anche la Ponzone-Caulera e la Como-Brunate, competizioni che ricalcano la Biella-Oropa. Dunque duplice è stato il merito di Marenco poiché le premesse per la vittoria e per il primato egli se l'è costruite con le sue sole capacità, anzi sfavorito dal fatto di non essere mai stato impegnato a fondo.
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy