Ettore Marenco raccontato dal genero Eraldo

Già da bambino, imparando ad andare in bicicletta, Ettore Marenco dimostra che quella che diventerà la sua passione sarà carica di soddisfazioni.
Giovanissimo a 12 anni entra come allievo nella società "Anpi Sport Savona". I giornali dell'epoca narrano delle parecchie corse ove primeggia mettendosi in mostra a tal punto che la società, sino a quel momento votata a far correre solo i ragazzi fino alla categoria allievi, decide di puntare su di lui formando anche una squadra di dilettanti.
Il presidente della società in quel periodo era Vincenzo Rossello (che fu anch'egli corridore professionista). La scelta fu azzeccatissima: sin dal primo anno, il 1952, le gare lo vedranno sempre tra i protagonisti. vince la "Coppa 1 maggio", importante gara dell'epoca, ed inizia subito i duelli che più volte lo vedranno battere corridori che diventeranno suoi rivali e successivamente professionisti: Aurelio Del Rio, Bruno Umidio e Vittorio Rossello.
Marenco Ettore è un corridore completo che predilige però lo sforzo della salita. proprio questa sarà il terreno per le sue maggiori imprese. Nel 1953 passa nell'Unione Ciclistica Savonese dove porterà a compimento la sua maturazione e lascerà il segno in parecchie corse: 1° alla "Coppa Cagnazzo" - 1° al "Criterium della Montagna" - 1° alla "Como-Brunate" - 1° alla "Coppa Industria Mobiliera" - 1° alla "Ponzone-Caulera". Queste insieme ad altre vittorie e onorevoli piazzamenti lo confermeranno tra i migliori dilettanti dell'epoca, con conseguente convocazione nelle rappresentative nazionali.
E' del 1954, ancora difendendo i colori della "U.S. Savonese", l'impresa che lo portò alla notorietà nazionale: realizza il nuovo record della "Biella-Oropa". Ettore Marenco vincendo polverizza il tempo precedente portandolo a 30' e 16", che resisterà per 30 anni. L'eco è riportata anche su parecchi quotidiani dell'epoca che paragonano ed accostano la sua impresa a quelle di grandi ciclisti quali Cottur, Astrua, Fornara e Buratti su tutti.
Consegue altre vittorie come quelle nella "Como-S.Rita" e nella "Coppa Industria Mobiliera".
Nel 1955 passa nella squadra del "Pedale Acquese" continuando a vincere parecchie gare e pregustando così la possibilità di poter passare tra i professionisti. Questo purtroppo non avviene per incomprensioni con il presidente della società, che renderanno la rottura inevitabile.
E' così che nel 1957 passa nella "U.S. Sanremese" ove continua a vincere importanti gare ma, nonostante venga inserito nella rappresentativa nazionale dilettanti, inspiegabilmente nella prova di campionato italiano è riserva. Pur continuando a primeggiare ed a essere innamorato della fatica è amareggiato e questo lo porta ad abbandonare l'attività agonistica.
Riprenderà più tardi a coltivare la sua passione tra gli amatori continuando a vincere parecchie corse e togliendosi addirittura la soddisfazione di vestire, nel 1990, la maglia tricolore di campione d'Italia di mountain bike.
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