Gustave Garrigou

All'anagrafe Cyprien-Gustave. Nato a Jaoul-Vabre il 24 settembre 1884, deceduto a Esbly il 28 gennaio 1963. Completo. Professionista dal 1907 al 1914 con 17 vittorie.
Soprannominato "l'uomo pendolo" per la sua regolarità che esaltava le enormi qualità. Il baffo francese, rappresenta uno dei più grandi corridori dell'era pionieristica. Ha vinto tantissimo in rapporto ai tempi, alle strade e alle poche corse del calendario. Inoltre, s'è trovato la carriera accorciata a causa della guerra che, di fatto, gli impose lo stop decisivo. A determinarne la grandezza, aldilà delle vittorie, la sua costante presenza nelle posizioni finali migliori. Lui c'era sempre e lottava perennemente per la vittoria, con grande correttezza tra l'altro. Ad esempio, su otto partecipazioni al Tour de France, che vinse nel 1911, non andò mai oltre il quinto posto: tre posti d'onore, due terzi, un quarto e un quinto. Non solo, ma delle 117 tappe complessivamente disputate, ne vinse otto e in altre 88 occasioni si piazzò tra i primi dieci! Autentico fenomeno dunque, anche perché oltre a queste prodezze seppe cogliere altre affermazioni di grandissima risonanza come due Campionati di Francia, nel 1907 e 1908, la Parigi-Bruxelles e il Giro di Lombardia nel 1907 e la Milano-Sanremo '11 (fu 2° nel 1907, nella prima edizione, quando fu danneggiato vistosamente dal "Diavolo Rosso" Gerbi, che favorì il successo di Petit Breton, quel giorno compagno di marca, e nel '12). Garrigou, in Italia, vinse anche il Circuito di Brescia nel 1910. La sua carriera terminò con lo scoppio della prima guerra mondiale, che gli impedì, non ancora trentenne, di incrementare il suo già ricco palmares. Resta però un poeta di quelle gare polverose e, da sole, da viversi quasi come se ognuna fosse un romanzo. Un figlio dell'ultima parte della "Belle Èpoque", che ne impersonò involontariamente un copione che si condensava fra la popolarità e l'ammirazione più profonda. Perché Gustave Garrigou, fu davvero un evidente del periodo e non solo per la Francia.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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