Filippo Meloni

Nato a Lugo (Ravenna) il 19 giugno 1969. Passista veloce. Alto m. 1,81 per 72 kg. Professionista dal 1996 al 1999 con una vittoria.
La scelta di uno sport in un giovanissimo, è spesso influenzata da chi nelle vicinanze di casa, ne pratica uno con buoni profitti. Questo aspetto, anche se si è soliti non pensarlo, conta perlomeno quanto il campione o le squadre che si vedono in televisione e che diventano come diciamo oggi, delle icone. Il piccolo Filippo Meloni, abitando a Sant'Agata sul Santerno, piccola località, ma con diversi corridori professionisti o ex professionisti, fu da costoro influenzato al punto di non pensare minimamente al calcio, ma di andare a Lugo, alla gloriosa Baracca, e dire: "Voglio correre in bicicletta". Fatto sta che Filippo iniziò a gareggiare con le maglie blu della Baracca Lugo, per proseguire, poi, con la Cassani Arredamenti, dove fece presto a dimostrare grandi qualità di velocista. Da allievo e da juniores taluni traguardi avevano un solo favorito, lui. Tanto è vero che ne vinse una miriade in entrambe le categorie. La Stracciari di Bologna, sodalizio che ha fatto storia in Emilia Romagna, se lo assicurò da dilettante e con questa squadra Filippo Meloni continuò a mietere successi, come se non vi fosse stato passaggio di categoria. Idem quando, non spalancandosi le porte del professionismo, riuscì ad entrare nel Corpo Forestale dello Stato ed a correre per il gruppo sportivo del Corpo. Poi, a quasi 27 anni, quando in tanti del ciclismo moderno stanno già a pensare a cosa dedicarsi fra gli amatori, arrivò a Filippo la decisa proposta di Ivano Fanini e dell'Amore e Vita, di passare fra i prof. Con un albo d'oro di circa centocinquanta successi e un lavoro sicuro alle spalle, Meloni, dopo averci pensato a lungo, decise di accettare. Non voleva passare il resto della vita, a chiedersi se era stato o non era stato un corridore vero, con tanto di attributi. Arrivato in un mondo dove serviva non mollare su quelle salite che non gli piacevano, se voleva raccogliere possibilità, iniziò bene. Arrivò 4° nella quinta tappa della Tirreno Adriatico, a Castigliane del Lago e 3° nell'ottava, a San Benedetto del Tronto. Indi, arrivò 7° nel Giro dell'Etna e 8° nel Trofeo dello Stretto, nonché 3° e 4° in due tappe dello stesso. La squadra però, non lo selezionò per il Giro d'Italia e questo in lui pesò parecchio. Successivamente, si piazzò 5° in una tappa del Giro di Polonia. Nel 1997, finalmente, ruppe il ghiaccio, vincendo a Le Mans, l'ultima tappa del Tour de la Sarthe, indi fu 4° a Venezia, nella prima tappa del Giro d'Italia, manifestazione che lo vide ritirarsi presto. Si ritirò anche al Tour de Suisse, indi fu 3°, 4° e 9° in tappe del Giro di Polonia, 6° nel Trofeo Sani e 7° nel Gran Premio di Dortmund. Nel 1998, sfiorò il successo nella seconda tappa del Giro del Giappone, ma nel resto della stagione non andò oltre il 10° posto in una tappa del Giro di Polonia. Era in evidente flessione. Calo confermato vistosamente nel 1999, la sua ultima stagione agonistica.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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