Philémon De Meersman

Nato a Sint Agata Berchem il 15 novembre 1914, deceduto a Dilbeek il 2 aprile 2005. Professionista dal 1934 al 1939 con 13 vittorie.
Dopo un'infanzia dove soffrì lungamente di torcicollo, ben presto il piccolo Philemon, conobbe quelle che poi diverranno le due passioni della sua vita: la campagna e la bicicletta. I genitori possedevano una fattoria che si era specializzata nell'allevamento dei polli. Verso quei pennuti, il giovanissimo futuro campione legò gli itinerari della fanciullezza, imparando presto a lavorare nell'azienda di famiglia, ai ritmi estremi che una fattoria imponeva. Incontrò la bicicletta per assecondare i genitori, ed imparò a pedalare su un mezzo provvisto di pesanti borsoni, dove era solito riporre frumento, semine e quanto serviva al fabbisogno dei tanti animali che costellavano l'intorno della sua casa. L'unico svago se lo concedeva quando, al Cafè White Horse di Zellik, all'alba, consumava una focaccia. Qui, venne notato da tutti come un prodigio, anche perché su quel mezzo a pedali, chi lo sfidava, naturalmente perdeva e se magari sopra l'improvvisata corsa c'era una scommessa, le focacce o i dolci finivano per essere pagati da quegli sfidanti. Philemon giunse dunque al ciclismo quasi come un obbligo, magari per arrivare ad acquistare qualche altro pennuto per l'azienda di famiglia. A 19 anni, era già un dilettante di pregio, ed a 20, vinse il titolo regionale fra gli indipendenti. Bruciò le tappe e s'accasò in Francia, alla "Francaise-Dunlop-Diamant", per esordire, nel 1936, fra i professionisti. Nell'anno, oltre ad essere il primo vincitore della Freccia Vallone, che fu anche il suo primo successo fra i prof, trionfò pure nella semiclassica Parigi-Angers e finì al posto d'onore nella Namur - Deurne. Nella stagione successiva, vinse a Soignies, Troyes e Deurne e si comportò bene nel Giro del Belgio. Quando lo si attendeva ad un 1938 di gran pregio, purtroppo, sopraggiunsero quei guai che lo costrinsero a sospendere l'attività. Già sposato, si trovò a dover affrontare i gravi problemi finanziari che erano sorti dal tracollo dell'attività commerciale dei genitori. Si rimboccò le maniche e, nel 1939, riprovò a correre, anche per guadagnare ulteriormente. Vinse il GP di Hombeek, una tappa del Tour del Nord e giunse terzo nella Bruxelles-Ans, ma lo scoppio della guerra lo costrinse ad un nuovo stop. Anche negli anni del conflitto, continuò ad elaborare e costruire il suo futuro, fino a divenire un allevatore di pollame per la caccia, piccioni da corsa e da mercato. Fra la campagna ed il commercio, continuò fino alla fine dei suoi giorni, novantunenne, il 2 aprile 2005.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy