Jean Marechal

Nato a Orleans il 27 febbraio 1910, deceduto a Trappes il 23 dicembre 1993. Professionista dal 1929 al 1947 con sei vittorie.
Poche vittorie e qualche piazzamento, con grandi rammarichi per ragioni probabili. Diversi segmenti di evanescenza in una carriera comunque lunghissima, ma pure una grande corsa nel proprio palmares, ed un'altra eufemisticamente sfiorata. Un corridore che prometteva tantissimo e che solo in parte mantenne, tra l'altro fu molto precoce. In ogni caso, Jean Marechal la sua bella traccia nel grande romanzo del ciclismo l'ha lasciata.
Fu Campione francese fra i dilettanti a soli 18 anni nel 1928 e l'anno successivo passò fra i professionisti in seno alla Dilecta Wolber. Nella stagione d'esordio, vinse la Parigi-Saissons e il GP di Crest, fu 4° nella Parigi-Caens e, soprattutto, 7° nella Parigi Roubaix. Il 1930, a soli 20 anni, lo fece entrare nella storia. Dopo aver vinto la Corsa delle Cote di Nizza, andò a correre una stupenda Parigi-Roubaix e tagliò per primo il traguardo, giungendo con una trentina di secondi di vantaggio su colui che era stato lungamente suo compagno di fuga: il belga Julien Vervaecke. Poi, incredibilmente, dopo circa un'ora, la giuria tolse la vittoria al corridore francese e la concesse a Vervaecke che, a suo dire, era caduto a causa di Marechal. Il tutto senza testimoni, ma solo perché s'accettò la protesta di Ludovic Feuillet, nocchiero dell'Alcyon, l'influente e potente squadra del fiammingo. Fu una ingiustizia incredibile, che segnò fino all'ultimo dei suoi giorni Jean Marechal. Quell'obbligato secondo posto, incise fortemente sul prosieguo della sua carriera, anche se solo due settimane dopo il fattaccio di Roubaix, vinse la Parigi-Tours, che resterà la perla del suo tratto agonistico. Per l'osservatorio però, quel successo unito al provabilissimo di Roubaix facevano di Marechal il corridore del momento e non a caso la "Legnano" lo assunse pensando potesse vincere il Giro d'Italia, visto che Binda non sarebbe stato allo start "per manifesta superiorità", ma il corridore francese, anche a causa di ripetute cadute, fu una delusione e si ritirò. L'anno seguente, Marechal, vinse il Criterium degli Assi, allora una gran corsa. Poi, deluso, si diede soprattutto alla pista, che gli servì per vivere dignitosamente il suo rapporto col ciclismo. Eccelleva nel mezzofondo, passione che ha poi trasmesso al figlio Alain, che fu Campione di Francia dei dilettanti nel 1965, nonché terzo ai mondiali del medesimo anno. Fra i successi di Jean dietro grossi motori, da citare il Criterium International d'hiver nel 1934. Prolungò la sua carriera fino al 1947. Nel dopo, guidò la squadra parigina al Tour de France per un paio d'anni, nel 1950 e '51.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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