Aroldo Spadoni

Nato a Corinaldo (AN) il 3 febbraio 1945. Passista alto m. 1,78 per 75 kg. Professionista dal 1969 al 1972 con una vittoria.
Come tutte le cose anche il ciclismo ha le sue parti difficilmente spiegabili, dove le componenti di "casualità" o "fortuna", entrano nel gioco dei perché, con percentuali superiori a quel che si vorrebbe o potrebbe. Aroldo Spadoni, non era certo un campione, ma un buon corridore che meritava, per doti, di svolgere una carriera professionistica migliore e più lunga. Gran pedalatore e cronoman, nel ciclismo di oggi, fatto anche di treni per i velocisti, uno come lui avrebbe potuto prosperare, ma anche ai suoi tempi doveva esserci di più. In poche parole, dopo una più che discreta carriera fra i dilettanti, dove fu azzurro nel quartetto d'inseguimento che conquistò la medaglia d'argento ai Mondiali del 1965 e vinse, fra le altre corse, nel 1968, il duro Giro del Casentino, uno come Spadoni doveva trovare più attenzioni. Già, perché passato fra i professionisti con la Griss2000 nel 1969, le sue doti sul passo non trovarono soddisfazioni. Fu terzo dietro Boifava e Motta nella sua frazione (Arcore-Madonna del Ghisallo) di cronostaffetta, ma non bastò. A fine stagione, con l'abbandono del sodalizio, Aroldo fu costretto a trovarsi una squadra ... non in Italia. Passò infatti il 1970 con le maglie della svizzera "Ovaphil-Bonanza" e con quelle della francese "Frimatic De Gribaldy". Vinse una bella corsa in Svizzera, a Grenchen, ma a fine stagione, dall'Italia arrivò solo la proposta della costituenda ed ancor modesta Zonca. Con un calendario ridotto e con una probabile frenatura dettata dalla delusione, Spadoni si volatilizzò nell'anonimato. Staccò la licenza da isolato anche nel '72, ma non corse mai e finì lì la sua carriera vera. Quel che fece poi dopo fra gli amatori, nel linguaggio sportivo che fa la storia, vale....quel che vale. Ma era un gran bel pedalatore l'Aroldo.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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