Julio Jimenez Munoz

Nato ad Avila il 28 ottobre 1934. Professionista dal 1959 al 1969 con 52 vittorie all'attivo.
Un atleta "passerotto" che maturò piuttosto tardi, poiché a lungo, a causa di origini umilissime, le sue corse in bici si alternarono al lavoro di orologiaio. Di qui il soprannome di "Orologiaio di Avila". Oppure, per la sua fede scrupolosamente osservante, quello di "Sacrestano".
Quando si trasferì a Madrid con la famiglia nel 1953, il suo trend non si modificò e per poter sostenere l'attività ciclistica che aveva abbracciato completamente la sua passione, fu costretto pure a sostenersi andando ad acquistare pezzi per lo strumento di gara ai mercatini delle pulci. La sua taglia fisica e le sue specifiche attitudini alla salita però, pian piano lo misero in luce, fino al passaggio al professionismo. Ne uscì una carriera che lo ha fatto entrare fra i grandi scalatori di ogni epoca, naturalmente indirizzato verso le maggiori gare a tappe, dove, purtroppo, la sua debolezza a cronometro e la scarsa concentrazione, hanno ridotto sensibilmente il suo comunque buon palmares. Vissuto a lungo come alter ego del grande Bahamontes, è stato Campione di Spagna nel '64 e della Montagna nel '62 e '65.
Ovviamente s'è messo in mostra nelle gare in salita, come sul Mont Faron nel '63, indi ad Arrate nel '65, Urquiola '62, '64, '65, Poly '67. Ma i pezzi forti del suo ruolino, stanno nelle maggiori corse a tappe, dove ha vinto la Classifica dei Gran Premi della Montagna 3 volte al Tour de France ('65, '66 e '67); altrettante volte nella Vuelta ('63, '64, '65), nonché le tappe a lui più congeniali: 5 al Tour, 4 al Giro d'Italia e 3 alla Vuelta. I suoi piazzamenti migliori nella classifica generale, furono il 2° posto al Tour nel '67 dietro Roger Pingeon, dove, a dispetto del piazzamento finale, non vinse nessuna frazione, il 4° al Giro d'Italia '66 (dove per undici tappe indossò la maglia rosa) e il 5° nella Vuelta di Spagna '64. Chiuse la carriera poco prima di compiere 35 anni correndo per una squadra italiana fortemente voluta da Alceo Moretti e diretta da Silvano Ciampi, l'Eliolona.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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