Karl-Heinz Kunde

Nato a Colonia il 6 agosto1938. Scalatore e ciclocrossista. Professionista dal 1961 al 1973 con 3 successi. Uno dei corridori più piccoli e minuti della storia (1,59 metri per 50 kg di peso), che non è mai diventato un grande e nemmeno un medio-alto, ma la sua pagnotta se l'è sempre guadagnata con sudore e fatica, ed ha avuto momenti di notorietà persino consistenti. Già, perché nel biennio 1965-'66, ebbe modo di evidenziarsi e di cullare addirittura il sogno della grande affermazione. Kunde iniziò tardi a cimentarsi nel ciclismo, dopo aver provato il mezzofondo nell'atletica. Era l'anno 1959, aveva già quasi ventuno anni. Eppure bruciò le tappe, tanto è vero che giunse 4° nel Campionato nazionale dilettanti e fu persino selezionato per una rappresentativa che partecipò alla Fleche du Sud, in Lussemburgo, dove si piazzò 21°. L'anno seguente vinse il Titolo Nazionale su strada e si piazzò 4° al Tour de l'Avenir, come pure al Giro d'Austra e di Lussemburgo. Ovviamente gli si aprirono le porte del professionismo nel '62. Dopo un anno di apprendistato (fu comunque 5° nel Campionato nazionale su strada), nella stagione seguente s'aggiudicò il Titolo tedesco della Montagna e la 3a tappa del Giro di Lussemburgo. Nel '64 mantenne un buon rendimento e partecipò al suo primo Tour de France, chiudendo 16°, ma fu il '65 a segnalarlo come scalatore in ascesa e ottimo elemento per le corse a tappe e le gare dure: finì 3° nel Dauphine Liberé e 11° nella Grande Boucle, ma, soprattutto, chiuse 5° nel Campionato del Mondo, dopo aver coperto da campioncino la fuga del connazionale Rudi Altig, poi 2°. Nel 1966, dopo aver vinto assieme a Simpson, Wolfshohl e Janssen la cronosquadre di Laval, giunse alla consacrazione della popolarità, per il suo grande Tour de France. In una edizione della corsa molto anarchica, conquistò la Maglia Gialla nella tappa pirenaica Luchon-Revel, e la mantenne per cinque giorni difendendola praticamente da solo, perché la Peugeot, la squadra di Kunde, era tutta votata per Pingeon. Perse la "Gialla" nel tappone alpino di Briancon e chiuse il Tour 9°, ma era diventato famoso. Dedicatosi completamente al gregariato, ebbe una stagione '67 in sordina e, nel '68, venne a correre in Italia, nella Kelvinator, chiudendo 24° il Giro. Cominciò a gareggiare intensamente nel ciclocross e nella stagione seguente passò alla olandese Batavus. Chiuse 3° i Campionati nazionali della specialità e cominciarono col tempo a diradarsi gli impegni su strada. Ma anche nel cross, pur dimostrandosi in Germania inferiore al solo grandissimo Wolfshohl, non trovò modo di vincere gare importanti. Chiuse la carriera nel '73.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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