Martin Vandenbossche

Nato a Hingene il 10 marzo 1941. Passista scalatore. Professionista dal 1963 al 1974, con 23 vittorie.
Forse il ciclista più anomalo della fortissima generazione belga degli anni '60. Spilungone che non finiva mai, ma decisamente più scalatore che passista, anche se sul passo era molto forte e, per giunta, quasi fermo in volata. È stato uno dei più fedeli luogotenenti di Eddy Merckx, quello che faceva il ritmo in salita, perlomeno fino al 1972, quando passò il testimone a De Schoenmaker. Sul passo, con la Faema, si divideva con altri, Roger Swerts in particolare. Passato professionista nel 1963, dopo essere stato campione belga fra i dilettanti junior nel 1959, per anni, a parte qualche successo, cercò di emergere nella classica che più gli si addiceva: la Liegi Bastogne Liegi. Nella Doyenne, giunse 5° nel '64 e 3° nel 65. Arrivò alla corte di Merckx nel 1968, in seno alla Faema, per volere dello stesso Eddy, che ben conosceva le sue doti. Qui si distinse tanto da divenire popolarissimo in Italia, ed infatti, Giorgio Albani, il nocchiero della Molteni, lo suggerì a patron Ambrogio, ed ai primi di luglio del 1969, l'accordo con Martin per la stagione 1970 fu raggiunto. In pieno Tour de France, proprio alla vigilia del tappone pirenaico di Mourenx, Merckx lo venne a sapere e si sentì tradito. Non a caso, proprio durante quella che poi divenne una storica frazione, il duo della Faema se ne andò sul Tourmalet, e quando tutti pensavano ad un'azione solo d'assaggio, visto che al traguardo mancavano circa centocinquanta chilometri, avvenne l'impensabile. Eddy, anziché godere dell'aiuto di Martin, lasciandogli il Gran Premio della Montagna, lo staccò avviandosi a quella che poi sarà la sua più grande impresa nelle corse a tappe, mentre a Van den Bossche, restò l'amaro di una "vendetta" che non credeva di meritare. "Oggi, un grande ciclista poteva fare un grande gesto verso un piccolo ciclista, lasciandogli il traguardo del Tourmalet ..." - dichiarò Martin nella serata di Mourenx. Anni dopo, lo stesso Merckx si censurò: "Dovevo far passare per primo Martin, il mio, al netto dell'impresa che poi feci, fu un gesto ridicolo, perché lui s'è sempre comportato onestamente con me, ed anche in quel Tour".
Fatto sta che Van den Bossche l'anno seguente, potendo correre più libero, costruì la sua migliore stagione: si piazzò 3° nel Giro d'Italia, conquistando anche il Gran Premio della Montagna, e 4° al Tour de France. In entrambe le occasioni la vittoria finale andò ad Eddy Merckx, che diventò il terzo uomo a centrare la prestigiosa accoppiata dopo Coppi e Anquetil. I due tornarono insieme nel 1971, perché la Molteni divenne la casa anche del Cannibale. Solo nel 1974, quando era più che al tramonto, lo spilungone di Hingene non militò nella squadra del suo capitano per eccellenza. Fra le vittorie di Van den Bossche, vanno segnalate, la Coppa Sels '64, la Chaumont-Gistoux '65, due tappe della Settimana Catalana nel ('68 e '69) e il Giro del Lazio '72. Apprezzabili, inoltre, i piazzamenti (5° nel '68, 4° nel '69) nel Giro di Lombardia ed il 4° posto nel Gran Premio delle Nazioni a cronometro.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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